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Tesi di Laurea di Valentina Boccini - Dipartimento di Matematica e ...

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CAPITOLO 2. RELAZIONE SULLE VERIFICHE 57<br />

Riflessioni<br />

In un solo compito l’esercizio non è stato svolto. Le risposte alla prima domanda<br />

sono state quasi tutte corrette, a parte qualche caso. In un compito,<br />

in cui tra l’altro tutti gli esercizi precedenti sono svolti corettamente, si scrive<br />

che: ‘la terna sarà sempre primitiva (basta che m > n > 0 e applichiamo<br />

Euclide)’. Ci sono stati anche due casi in cui viene scritta soltanto la con<strong>di</strong>zione<br />

sulla <strong>di</strong>versa parità; anche dal primo esercizio si nota che la seconda<br />

con<strong>di</strong>zione viene <strong>di</strong>menticata più facilmente!<br />

In particolare è rimasta impressa l’espressione ‘<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa parità’, la quale<br />

viene riproposta spesso nei compiti. Anche nel primo esercizio, piuttosto<br />

che affermare che m ed n siano ad esempio entrambi pari o entrambi <strong>di</strong>spari,<br />

viene scritto: ‘m ed n non sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa parità’. Mi sono accorta durante le<br />

stesse lezioni in classe che, ogni volta che venivano imparati vocaboli o espressioni<br />

non conosciute, questo aumentava l’attenzione dei ragazzi; inoltre essi<br />

mi venivano riproposti dagli studenti stessi già dalla lezione successiva. Ho<br />

riscontrato questo fatto anche in altri esercizi dei compiti: in molti, piuttosto<br />

che parlare <strong>di</strong> prodotto tra matrici, hanno scritto ‘prodotto matriciale’, anche<br />

se ho usato pochissimo questa parola. In generale nelle spiegazioni potrebbe<br />

essere utile preferire espressioni che risultino inusuali e particolari, quando sia<br />

possibile sostituirle a quelle classiche, anche presentando nuove definizioni,<br />

per colpire l’attenzione dei ragazzi ed agevolare anche la memorizzazione.<br />

Per rispondere alla seconda domanda, quasi tutti hanno considerato alcuni<br />

particolari esempi numerici, svolti perlopiù correttamente: per esempio<br />

nella fila A sono state scelte alcune coppie <strong>di</strong> interi positivi tali che m−n = 3,<br />

è stata trovata la terna risultante ed stata calcolata la <strong>di</strong>fferenza (c − b), che<br />

in questo caso risulta essere sempre uguale a 9. Attraverso l’osservazione <strong>di</strong><br />

questi esempi, sono passati alla generalizzazione, affermando sia che in questo<br />

caso la <strong>di</strong>fferenza (c − b) sarebbe stata sempre uguale a 9, sia che in generale<br />

sarebbe risultata sempre uguale al quadrato <strong>di</strong> (m−n). L’intuizione è quin<strong>di</strong><br />

corretta ma viene generalizzata senza una <strong>di</strong>mostrazione. Alcuni, per dare<br />

un’ulteriore motivazione all’ultima domanda, hanno considerato altri esempi<br />

cambiando la <strong>di</strong>fferenza (m−n) e notando che (c−b) risultava essere sempre<br />

uguale al suo quadrato.<br />

Soltanto in pochi hanno impostato correttamente le generalizzazioni.<br />

Un solo ragazzo ha scritto la <strong>di</strong>fferenza (c − b) in funzione <strong>di</strong> m ed n e si<br />

è accorto del prodotto notevole:<br />

c − b = m 2 + n 2 − 2mn = (m − n) 2 .<br />

Un’altra ragazza invece ha dato una <strong>di</strong>mostrazione rigorosa equivalente:<br />

ha posto m − n = k ed ha trovato c − b in funzione <strong>di</strong> k:

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