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Tesi di Laurea di Valentina Boccini - Dipartimento di Matematica e ...

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CAPITOLO 2. RELAZIONE SULLE VERIFICHE 62<br />

C’è stata solo un’imprecisione per quanto riguarda la formalizzazione <strong>di</strong><br />

parità nel caso specifico:<br />

Esempio 2.18. c = 2N − 1 (<strong>di</strong>spari)<br />

b = 2N (pari)<br />

a = 2N − 1 (<strong>di</strong>spari).<br />

Questa volta gli aggettivi ‘pari’ e ‘<strong>di</strong>spari’ vengono tradotti in formula<br />

sempre allo stesso modo e non si tiene conto del fatto che questa scrittura<br />

assume un significato inappropriato per il caso specifico, in cui c = b + 1.<br />

Anche in questo caso la formula viene vista proprio come una ‘traduzione in<br />

lingua matematica’, decontestualizzata e fine a se stessa; non è chiaro ancora<br />

che la formalizzazione dovrebbe servire solo ad agevolare eventualmente lo<br />

svolgimento dell’esercizio.<br />

Soltanto due studenti hanno risposto correttamente alla seconda domanda.<br />

Ci sono stati poi svariati altri tentativi <strong>di</strong> svolgimento, tra i quali il più<br />

<strong>di</strong>ffuso è stato <strong>di</strong> questo tipo:<br />

Esempio 2.19. Partendo da (3, 4, 5) applicando uno dei tre prodotti matriciali<br />

otteniamo infinite terne primitive, pur mantenendo la certezza che a<br />

rimanga <strong>di</strong>spari.<br />

Viene scritta quin<strong>di</strong> un’affermazione corretta, la quale però non <strong>di</strong>mostra<br />

lo specifico risultato richiesto. Si confonde infatti l’informazione <strong>di</strong> ottenere<br />

dei numeri, i quali sono tutti <strong>di</strong>spari, con il fatto <strong>di</strong> ottenere proprio tutti i<br />

numeri <strong>di</strong>spari possibili. Durante la correzione uno studente ha affermato <strong>di</strong><br />

non aver compreso pienamente il testo: è risultato complicato il fatto che il<br />

punto <strong>di</strong> partenza fosse la scelta <strong>di</strong> un intero <strong>di</strong>spari qualsiasi e la domanda<br />

fosse proprio quella <strong>di</strong> vederlo come componente della terna.<br />

Come le altre osservazioni sulla parità delle terne, è rimasto quin<strong>di</strong> molto<br />

impresso anche il fatto che essa venga mantenuta dalle tre trasformazioni<br />

considerate.<br />

Alcuni ripetono il ragionamento anche per rispondere alla terza domanda,<br />

che riguarda gli interi pari. Altri invece non la affrontano, probabilmente<br />

perché si accorgono osservando lo schema che non vengono ottenuti in questo<br />

caso tutti i numeri pari. Non ci sono state risposte complete per questa<br />

domanda, ma alcune intuizioni sono significative.<br />

Esempio 2.20. Per ogni numero pari esiste una terna che lo contiene: basta<br />

procedere così:<br />

(3, 4, 5) → (6, 8, 10) → (12, 16, 20)

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