Tesi di Laurea di Valentina Boccini - Dipartimento di Matematica e ...
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CAPITOLO 1. LEZIONI 30<br />
dalle quali si intuisce la percezione da parte degli studenti <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stinzione<br />
netta tra algebra e geometria.<br />
Durante l’esposizione del metodo della somma dei <strong>di</strong>spari per determinare<br />
terne pitagoriche, ci sono stati commenti <strong>di</strong> particolare apprezzamento dell’argomento<br />
da parte degli alunni. I primi esempi sono stati seguiti con<br />
interesse, ma sono emersi dubbi alla presentazione della formula generale in<br />
funzione <strong>di</strong> un parametro: non è ancora molto chiaro come applicare una<br />
formula al caso specifico, pensando la lettera come un valore che cambia a<br />
seconda dell’esempio specifico. Questo meccanismo da seguire in generale è<br />
stato compreso solo dopo svariati esempi numerici analoghi. Trovate alcune<br />
terne, è saltato subito agli occhi che in tutti i casi b e c risultavano due interi<br />
consecutivi e qualcuno ha dato la motivazione, derivante dal proce<strong>di</strong>mento.<br />
C’è stata molta partecipazione anche nello stu<strong>di</strong>o della parità delle terne<br />
pitagoriche primitive: probabilmente è stato interessante per gli studenti il<br />
fatto <strong>di</strong> utilizzare concetti elementari assimilati molto presto (e <strong>di</strong> cui è stata<br />
già acquisita una certa padronanza), come la parità degli interi, per arrivare<br />
a risultati riguardanti trattazioni più complesse. Alla luce del gra<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> questo tema, che conferma una pre<strong>di</strong>lezione per l’algebra, penso che<br />
potrebbero essere seguiti dai ragazzi ragionamenti analoghi sullo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
particolari <strong>di</strong>visibilità degli interi in una terna. Si può verificare ad esempio<br />
che almeno un elemento della terna è <strong>di</strong>visibile per 3, almeno uno per 4 ed<br />
almeno uno per 5. Sarebbe inoltre interessante l’ipotesi <strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong>dattiche<br />
riguardanti le soluzioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse equazioni <strong>di</strong>ofantee, anche per casi in<br />
cui non sia possibile il supporto della visualizzazione geometrica.<br />
Già dalla prima lezione sono affiorati problemi nel comprendere appieno le<br />
<strong>di</strong>mostrazioni, essenzialmente dovuti alla scarsa abitu<strong>di</strong>ne a trattare questo<br />
tipo <strong>di</strong> processo logico. La maggiore <strong>di</strong>fficoltà riscontrata in proposito è<br />
stata quella <strong>di</strong> non riuscire ad inquadrare lo sviluppo dei singoli passaggi<br />
come parte costitutiva del proce<strong>di</strong>mento da ipotesi a tesi. Talvolta si sono<br />
presentati dei veri e propri misconcetti sul significato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazione: è<br />
capitato che si sostenesse <strong>di</strong> aver mostrato l’impossibilità <strong>di</strong> una certa situazione<br />
<strong>di</strong> parità della terna, avendola verificata per un particolare esempio. La<br />
<strong>di</strong>mostrazione più problematica è stata quella della caratterizzazione <strong>di</strong> Euclide:<br />
è stata seguita tuttavia con attenzione generale ed inoltre sono emerse<br />
alcune interessanti intuizioni, soprattutto nella classe Prima.<br />
Nella formula <strong>di</strong> Euclide è stata imme<strong>di</strong>ata la comprensione del passaggio<br />
dalla coppia alla terna corrispondente. Sebbene sia stato solo un problema<br />
iniziale, non è risultato invece chiaro il passaggio inverso, per la <strong>di</strong>fficoltà ad<br />
impostare le equazioni risolutive date dalle formule inverse. Alla domanda<br />
<strong>di</strong> quale sia la coppia corrispondente alla terna (3, 4, 5), la prima risposta<br />
<strong>di</strong>ffusa è stata m = 4, n = 3. Una volta appresa la caratterizzazione delle