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Tesi di Laurea di Valentina Boccini - Dipartimento di Matematica e ...

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CAPITOLO 2. RELAZIONE SULLE VERIFICHE 65<br />

Sono stati svolti correttamente i ragionamenti imme<strong>di</strong>ati da contrad<strong>di</strong>zioni<br />

dell’equazione della definizione, che portano all’esclusione <strong>di</strong> alcuni<br />

casi. Ci sono state invece analisi non corrette <strong>di</strong> un caso non banale: quello<br />

in cui a e b sono <strong>di</strong>spari e c pari. La <strong>di</strong>mostrazione della sua impossibilità<br />

era stata eseguita in classe senza utilizzare l’ipotesi <strong>di</strong> primitività della terna,<br />

trovando un assurdo, dopo alcuni passaggi, dall’equazione:<br />

(2x + 1) 2 + (2y + 1) 2 = (2z) 2 .<br />

Alcuni hanno seguito questa linea, ma cercando in ogni caso una formalizzazione<br />

<strong>di</strong>versa:<br />

Esempio 2.25. Viene riportata la <strong>di</strong>mostrazione corretta, ma con l’impostazione<br />

iniziale:<br />

k(2a + 1) 2 + k(2b + 1) 2 = k(2c) 2 .<br />

Alcuni hanno risolto l’esercizio vedendo la terna come multiplo <strong>di</strong> una<br />

primitiva: gli svolgimenti sono risultati corretti, con qualche imprecisione<br />

sulle spiegazioni teoriche.<br />

Esempio 2.26. In generale, poiché la terna più semplice è (3, 4, 5) e si possono<br />

determinare altre terne (non primitive) moltiplicando a, b, c per uno<br />

stesso fattore, i termini della terna <strong>di</strong> arrivo non potranno mai essere tutti<br />

<strong>di</strong>spari poiché nella terna primitiva <strong>di</strong> partenza a e b non sono <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa<br />

parità.<br />

Sembra in questo caso che l’intuizione sia stata corretta, ma non è chiaro<br />

perché si scelga <strong>di</strong> fissare la terna (3, 4, 5) come punto <strong>di</strong> partenza per ottenere<br />

le altre, piuttosto che una terna primitiva in generale: un’ipotesi potrebbe<br />

essere una confusione tra la determinazione <strong>di</strong> terne tramite il calcolo dei<br />

multipli e quella <strong>di</strong> terne primitive tramite le moltiplicazioni matriciali.<br />

C’è stata inoltre un’altra idea <strong>di</strong> risoluzione dell’esercizio:<br />

Esempio 2.27. b = k(2mn) è sempre pari e a e c sono della stessa parità<br />

perché b 2 = c 2 − a 2 .<br />

Esercizio 7<br />

Quasi tutti coloro che hanno affrontato l’esercizio hanno motivato correttamente<br />

il fatto che i triangoli si avvicinassero alla metà <strong>di</strong> quello equilatero.<br />

Ci sono stati soltanto pochi casi isolati <strong>di</strong> affermazioni completamente errate:<br />

Esempio 2.28. Il rapporto tra i due cateti si avvicina sempre più a 2.

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