Dieta, regole igieniche e salute - PikiWiki
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soggetti che hanno una pressione alta anche con una dieta priva di sale mentre altri hanno una<br />
pressione normale nonostante una alimentazione ricca di sodio.<br />
Il colesterolo di alcuni, sale solo guardando una torta, mentre altri possono mangiare dolci 5 volte<br />
alla settimana ed essere magri e sani.<br />
Anche le diete più famose e decantate funzionano solo in alcune persone; certi soggetti mangiano<br />
molto e, pur senza avere una forte attività fisica, sono magri; altri, con lo stesso dispendio di energia<br />
e pur mangiando poco o molto meno , sono grassi.<br />
Ma allora cosa dobbiamo fare, cosa mangiare per vivere a lungo e bene?<br />
Innanzitutto, ci è apparso chiaro che non esiste una dieta ideale, buona per tutti i soggetti e per<br />
prevenire tutte le malattie, l’invecchiamento e la morte. O meglio, l’unica dieta ideale potrebbe<br />
essere il ritorno alle origini, cioè alla alimentazione solo più praticata dagli scimpanzé nella foresta,<br />
comunque oggi difficile da mettere in pratica e da accettare dalla nostra società e dai nostri palati.<br />
Premesso che a tutt’oggi le soluzioni non sono state trovate né sono a portata di mano, non<br />
vogliamo lasciare il nostro lettore a bocca asciutta, dopo avergli creato più dubbi che certezze.<br />
E’ evidente che la dieta ideale va confezionata su misura, come un abito di sartoria. Quindi,<br />
prima di terminare, è nostra intenzione suggerire alcune <strong>regole</strong> per conciliare efficacia, praticabilità<br />
e gusto.<br />
30 anni fa, quando la nutrigenomica, la nuova scienza che studia come i geni regolano la sintesi di<br />
proteine ed enzimi di ogni individuo e quindi la sua sensibilità ai cibi, non era stata ancora<br />
inventata, noi si eravamo già posto il problema (1).<br />
Nell’intento di rispondere a questa richiesta avevamo formulato l’ipotesi che ognuno di noi<br />
portasse in sé, nel suo patrimonio genetico, le c.d.”vie metaboliche geneticamente determinate”, che<br />
permettono l’utilizzo ottimale degli alimenti introdotti, senza residue scorie dannose o deviazioni<br />
metaboliche, fonti di malattie.<br />
Si è pensato che queste vie metaboliche fossero si genetiche, ma derivassero anche dalle abitudini<br />
alimentari delle generazioni precedenti che le avevano tracciate.<br />
Si è considerato allora un gruppo di soggetti, affetti da ipercolesterolemia familiare, in cui le<br />
diete americane per abbassare il colesterolo nel sangue, anche le più ristrette, avevano ottenuto<br />
risultati scarsi o addirittura contrari, con aumento del colesterolo stesso.<br />
In essi è stata svolta una accurata indagine sulla alimentazione degli ascendenti, almeno fino alla<br />
quarta generazione, e ad essi è stata prescritta la stessa dieta per tutto il periodo dell’osservazione,<br />
spesso in aperta contraddizione con quella generalmente consigliata dalla scienza ufficiale.<br />
Con sorpresa (relativa!) abbiamo assistito ad una brusca caduta della colesterolemia, mai ottenuta<br />
prima con le precedenti diete a basso contenuto di grassi prescritte.<br />
Se proseguita, la ricerca poteva avere altre importanti applicazioni, anche in altri campi del<br />
metabolismo oltre che in quello del colesterolo. Ma, come spesso è successo e succede nella ricerca<br />
italiana, più attenta ai soggetti che alle idee, specie se innovatrici e non costrette nei soliti filoni<br />
riconosciuti, sono mancati i mezzi e le persone!<br />
In seguito le case farmaceutiche sono riuscite a sintetizzare potenti farmaci che abbassano il<br />
colesterolo e ne hanno invaso il mercato; la ricerca, dopo essere stata scoraggiata, è entrata nel<br />
dimenticatoio, non essendo supportata da alcun interesse commerciale.<br />
Bibliografia:<br />
1) Caruzzo C. et al.Trattamento dietetico dell’ipercolesterolemia. Approccio accademico o<br />
pragmatico? Minerva cardioangiologica 1979; 27:807.