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Dieta, regole igieniche e salute - PikiWiki

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CAP. I. COLESTEROLO e GRASSI SATURI ALIMENTARI – IPERCOLESTEROLEMIA<br />

L’eccesso di colesterolo alimentare porta spesso, specie in soggetti predisposti per la mancanza<br />

o scarsità di recettori cellulari per le lipoproteine LDL, all’aumento del colesterolo nel sangue, la<br />

c.d.ipercolesterolemia; dal canto loro gli Acidi Grassi Saturi della dieta, contenuti come il<br />

Colesterolo principalmente negli alimenti di origine animale (carni e grassi), concorrono<br />

all’aumento della colesterolemia, bloccandone i recettori.<br />

La forma più grave è rappresentata dall’ipercolesterolemia familiare nella forma c.d.omozigote,<br />

cioè ereditata dai due genitori malati, con valori di colesterolo maggiori di 600 mg% e in quella c.d.<br />

eterozigote, trasmessa da un solo genitore, con colesterolemia fra 285 e 400 mg%.<br />

Numerosi studi epidemiologici (cioè su popolazioni osservate nel tempo), sia sperimentali (su<br />

animali di laboratorio) e infine intervenzionali (cioè sulla efficacia dei trattamenti su popolazioni),<br />

hanno dimostrato al di là di ogni dubbio l’importanza della ipercolesterolemia nella comparsa della<br />

cardiopatia ischemica (infarto miocardio e angina pectoris) e di altre malattie circolatorie; il rischio<br />

aumenta se la colesterolemia supera i 180 mg/dl o il tasso di LDL i 130 mg/dl, che sono considerati<br />

oggi i massimi valori consigliabili (7).<br />

Per le Malattie Cardiovascolari di origine aterosclerotica, in cui si è praticato per lungo tempo una<br />

politica di attesa, intervenendo solo nella fase clinica di queste patologie, più recentemente la<br />

scienza ufficiale ha orientato le sue ricerche sulla Prevenzione non solo Secondaria, cioè a patologia<br />

già conclamata, ma soprattutto Primaria, prima cioè che si manifestino i primi sintomi.<br />

Innanzitutto,accertato sul piano epidemiologico oltre che sperimentale, l’importanza della<br />

Ipercolesterolemia (considerato il primo dei cosiddetti Cavalieri dell’Apocalisse, descritti da San<br />

Giovanni Evangelista come i castigatori dell’umanità corrotta), sulla incidenza di malattie<br />

cardiovascolari fatali come la Cardiopatia Ischemica e l’Infarto Miocardico, è stata consigliata una<br />

dieta c.d. ipolipidemica ,che riduca l’introduzione alimentare di Colesterolo(COL) e di Acidi<br />

Grassi Saturi (AGS) allo scopo di abbassare il tasso di colesterolo nel sangue; essa è stata l’ oggetto<br />

della prima campagna di prevenzione americana a partire dal 1960 e successivamente estesa a tutta<br />

l’Europa.(3, 4, 5)<br />

Più precisamente, essa è povera Acidi Grassi Saturi (AGS ), di origine animale e di Colesterolo<br />

(COL), sostituiti da modiche quantità di Acidi Grassi Monoinsaturi (AGM o MUFA secondo gli<br />

anglosassoni ), cioè di olio di oliva e di Acidi Grassi Polinsaturi (AGP o PUFA), cioè di oli di semi;<br />

inoltre deve essere ricca in fibre vegetali e ridotta, quando necessario, nel contenuto energetico.<br />

Non dimentichiamo infatti che, fra tutte le abitudini umane, dal momento che i nostri antenati<br />

sono discesi dagli alberi, dove si nutrivano di frutti, bacche, foglie e poco altro, per avventurarsi<br />

nella savana ed essere così in grado di integrare una dieta essenzialmente vegetariana con proteine e<br />

grassi di provenienza animale, quella che più è cambiata è proprio la dieta, con le sue implicazioni<br />

favorevoli e spesso sfavorevoli.<br />

Quali sono stati i risultati a lungo termine di questa dieta sul colesterolo del sangue e sugli eventi<br />

cardiovascolari?<br />

Studi eseguiti in Finlandia e negli USA hanno osservato con questa alimentazione una riduzione<br />

della colesterolemia nelle popolazioni solo del 3-4%; tuttavia vecchi studi clinici hanno rilevato<br />

una riduzione del 34-50% di eventi coronarici in soggetti che consumavano una dieta povera di<br />

colesterolo e grassi saturi, probabilmente per la riduzione della colesterolemia da essa indotta (6).<br />

Altre indagini più recenti, come il Lyon Diet Heart Study, hanno visto in pazienti sottoposti a<br />

<strong>Dieta</strong> Mediterranea così composta e controllo dei fattori di rischio tradizionali, una riduzione del<br />

65% degli eventi coronarici ricorrenti dopo infarto miocardico, rispetto ad altri che consumavano<br />

la comune dieta occidentale (8). Risultati simili sono riferiti nell’Oslo Diet-Heart Study durato 11<br />

anni.<br />

Per superare la naturale diffidenza e avversione verso i sacrifici di chi sta apparentemente bene, e<br />

quindi non vuole rinunciare ad alcune abitudini gratificanti della vita, da anni uno di noi ha<br />

proposto e applicato ai suoi pazienti una Prevenzione c.d. Primario-Secondaria in cui, in assenza di

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