Dieta, regole igieniche e salute - PikiWiki
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Intanto l’alimentazione, prima essenzialmente vegetariana, divenne parzialmente carnivora,<br />
comprendendo anche prodotti proteici del terreno come vermi, insetti, lumache, rane e uova di<br />
uccelli.<br />
Comparvero così nella alimentazione dell’Ominide nomade primitivo i primi grassi, ma<br />
certamente in piccole quantità (pochi grammi al giorno). In seguito, con la caccia e la selvaggina,<br />
con la pesca per le popolazioni viventi in riva al mare, la quantità aumentò di poco, per i motivi già<br />
descritti a proposito degli uomini primitivi.<br />
La raccolta di uova rimase saltuaria, perché spesso nascoste in luoghi inaccessibili; d’altra parte<br />
era abbastanza improbabile potessero procurarsi il latte, succhiandolo dalle femmine di altre specie<br />
di mammiferi.<br />
La frutta secca presentava altri inconvenienti legati al piccolo volume e alle difficoltà per estrarne<br />
i semi senza strumenti adatti.<br />
La comparsa nell’alimentazione della componente proteica, che costituisce la c.d. “rivoluzione<br />
proteica”, potrebbe aver determinato, secondo alcuni studiosi, una particolare evoluzione di quel<br />
ramo dei Primati, che nell’arco di oltre 6 milioni di anni ha portato allo sviluppo di una intelligenza<br />
superiore e di particolari tipi di comportamento.<br />
In questo periodo dell’evoluzione questi primati intelligenti precursori dell’uomo, i c.d. Ominidi,<br />
incontrarono casualmente un’altra fonte di proteine, la carne di animali morti prede di altri<br />
carnivori,che col tempo e con l’aiuto di strumenti di pietra e di armi primitive imparò in seguito a<br />
cacciare di persona, specie bovidi come le antilopi.<br />
Un esempio di questa dieta primitiva è offerto da una colonia sopravvissuta di indios dell’Alto<br />
Orinoco, gli Yanohama, che hanno un livello preistorico di alimentazione, consistente nella raccolta<br />
di prodotti della foresta, caccia e pesca, che consente loro di nutrirsi con 125 g. di pesce di fiume e<br />
250 g. di carne cacciata al giorno.<br />
Contemporaneamente avvennero altre importanti evoluzione della specie, come la nascita dello<br />
spirito di collaborazione fra i membri dello stesso branco, con la spartizione del cibo comunque<br />
procurato fra essi, la suddivisione delle diverse funzioni fra l’uomo cacciatore e la donna prima<br />
raccoglitrice poi casalinga, con funzioni di preparare il cibo, oltre che di assicurare la sopravvivenza<br />
della specie.<br />
Il miglioramento della alimentazione, con la dieta più varia e di diversa provenienza, determinò<br />
anche una grande crescita numerica degli ominidi e di conseguenza una rarefazione della<br />
selvaggina all’inizio del Pliocene; gli ominidi perciò furono costretti a migrare, come i primi<br />
cacciatori glaciali attraverso lo Stretto di Bering, probabilmente ghiacciato durante una grande<br />
glaciazione, prima nel Nord- e poi nel Sud-America al seguito delle grandi mandrie di<br />
animali,(mammuth, camelidi). In mille anni (periodo calcolato dai ricercatori) essi raggiunsero la<br />
Patagonia.<br />
Questa emigrazione di popolazioni asiatiche, attraverso lo stretto di Bering ghiacciato,<br />
nell’America del Nord è ora posta in discussione da studi recenti, che attribuiscono alle popolazioni<br />
insediate sulle due sponde all’incirca la stessa età.<br />
Intanto gli Ominidi in milioni di anni subirono una evoluzione in specie sempre più umane,<br />
finchè si arrivò, attraverso l’Australopiteco (da 3 1/2 milioni a 1 milione di anni fa),all’Homo<br />
Habilis ( da 2,7 a 1 milione di anni fa).<br />
Quando, in questo processo evolutivo, possiamo parlare di Uomo e come ci si è arrivati non lo<br />
sappiamo con certezza e ancora si combattono due teorie, quella evoluzionista che risale a Darwin e<br />
sostiene la graduale trasformazione della specie provocata dalle stesse forze della natura e quella<br />
creazionista di origine religiosa, che afferma l’intervento di una intelligenza superiore, da alcuni<br />
chiamata Dio, nell’ultimo passaggio da animale a uomo.<br />
Non abbiamo né l’intenzione, né la competenza per approfondire la discussione e d’altra parte<br />
questo ci porterebbe troppo lontano dal nostro argomento; perciò ci limiteremo a proseguire la<br />
nostra storia secondo la teoria evoluzionista, oggi prevalente, anche se non esente da critiche.