Dieta, regole igieniche e salute - PikiWiki

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32 Con queste diete si possono ottenere riduzioni della colesterolemia di entità variabile dal 10 al 20%; la loro efficacia è maggiore se prescritte a soggetti con alimentazione molto ricca di grassi, specie saturi, se associata ad un deciso dimagramento del soggetto e in assenza della c.d. ipercolesterolemia familiare,cioè genetica, che risente meno delle altre delle restrizioni alimentari. Per le forme più resistenti è necessario far ricorso ai farmaci, oggi molto efficaci; la dieta tuttavia rimane importante, anche se non decisiva, per potenziare l’azione delle medicine , che in tal modo possono essere somministrati a dosi minori, limitandone così gli effetti indesiderati. Bibliografia 1) Steinberg d et al. Beyond cholesterol modifications of low density lipoprotein that increases its atherogenicity. New Engl. J. Med. 1989; 320: 915. 2) Esterbauer H. et al. The role of lipid peroxidation and antioxidans in oxidative modification of LDL. Free Radical Biol. Med. 1992; 13: 341. 3) Detection,Evaluation,and Treatment of High Blood Cholesterol in Adults (Adults Treatment Panel II). Circulation 1994; 89: 1333. 4) National Cholesterol Education Program. Second report of the Expert Panel on National Cholesterol Education Program. Third Report of the Expert Panel on Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Cholesterol in Adults (Adults treatment Panel III); final report. Circulation 2002; 106: 3143. 5) Treatment of High Blood Cholesterol in Adults (Adults treatment Panel III); final report. Circulation 2002; 106:3143. 6) Grundy SM. Cholesterol lowering clinical trials: A historical perspective. In Grundy SM et al. Cholesterol-lowering therapy: Evaluation of Clinical Trial Evidence. New York: Marcel Dekker ; 1999:1 7) Lee TH et al. Clinical goals and performance measures for cholesterol management in secondary prevention of coronary heart disease. JAMA 2000; 283: 294. 8) De Longeril M et al. Mediterranean diet, traditional risk factors, and the rate of cardiovascular complications after myocardial infarction: final report of the Lyon Diet Heart Study . Circulation 1999; 99:779 CAP. II. INDICE COLESTEROLO/GRASSI SATURI (ICGS o CSI) Come abbiamo già detto, gli studi degli ultimi decenni hanno dimostrato in modo evidente che l’aumento della colesterolemia e la conseguente capacità di indurre aterosclerosi di un alimento è correlato al suo contenuto di colesterolo e di acidi grassi saturi, indicato nella Tab.5. Tuttavia, come si può vedere da questa tabella, nei vari alimenti le proporzioni fra colesterolo e acidi grassi saturi variano notevolmente, tanto da rendere difficile calcolarne il loro effetto sul colesterolo del sangue e sulla aterosclerosi prodotta nella parete arteriosa. Per valutare meglio questo effetto, tenendo conto contemporaneamente di entrambi i componenti, è stato calcolato un Indice Colesterolo/Grassi Saturi (ICGS o CSI per gli anglosassoni), introdotto da Connor e Coll., che costituisce un perfezionamento delle precedenti indicazioni, basate soltanto sul contenuto di colesterolo degli alimenti (1,2). Un ICGS basso indica un basso contenuto di colesterolo e di grassi saturi e quindi un limitato effetto sulla colesterolemia e sull’aterosclerosi; un indice alto dà indicazioni opposte: Nella tabella che segue è stato calcolato dagli Autori l’ICGS per i principali alimenti, che sono stati arbitrariamente suddivisi, a seconda dei valori, in consigliati (ICGS < 10), da usare con moderazione (ICGS 10-159 e sconsigliati (ICGS > 15)(3,4).
33 Pur essendo questa definizione arbitraria, essa tuttavia è risultata generalmente in accordo con le indicazioni dei principali centri di ricerca mondiali per la correzione dell’ipercolesterolemia e la prevenzione dell’aterosclerosi. Per alcuni alimenti tuttavia, i nostri dati possono sembrare in contrasto con queste indicazioni; pertanto abbiamo ritenuto opportuno accompagnare ogni tabella con un breve commento, allo scopo di fornire al lettore la nostra interpretazione personale di queste discordanze. Tab. 10. Carni (ICGS/100 g. di sostanza edibile) Consigliate Uso moderato Pollo (petto) 4,0 Bovino adulto (semigrassa) 10,0 Faraona (petto) 4,0 Anitra (pronta da cucinare) 10,4 Maiale leggero (bistecca) 4,2 Faraona (coscia) 10,4 Agnello (dorso) 4,5 Tacchino (carcassa) 10,4 Coniglio (peso vivo 2 kg.) 4,8 Salame da cuocere 10,4 Abbacchio 4,9 Coniglio (peso vivo 4 kg.) 10,6 Lepre (coscia) 4,9 Lingua di bovino 11,7 Agnello (spalla) 5,1 Agnello (semigrassa) 11,7 Agnello coscia 5,3 Maiale pesante (semigrassa) 11,8 Piccione giovane 5,3 Vitellone (semigrasso) 12,1 (pronto da cucinare) Trippa di bovino 12,4 Coniglio (peso vivo 4 kg.) 5,4 Oca (grassa, con pelle) 12,6 Bovino adulto (magra) 5,5 Vitello (semigrassa) 12,7 Tacchino (petto ) 5,5 Castrato (semigrassa) 13,2 Tacchina (petto) 5,9 Wurstel 13,4 Pollo (pronto da cucinare) 5,9 Sconsigliate Capretto 5,9 Cotechino 15,9 Agnello (magra) 6,0 Bovino adulto (grassa) 16,3 Pollo (coscia) 6,1 Salame di carne suina (stagionato) 16,5 Tacchino intero(pronto x cucin.) 6,1 Prosciutto cotto 16,7 Prosciutto crudo magro(sgrassato) 6,4 Fegato di bovino 17,1 Castrato (magra) 6,8 Agnello (grassa) 17,5 Vitello 6,9 Fegato di maiale 17,6 Tacchino (coscia) 7,0 Vitello (grassa) 18,0 Tacchino (ala) 7,5 Vitellone (grassa) 18,0 Oca (semigrassa senza pelle, 7,5 Maiale pesante (grassa) 18,0 Piccione adulto(pronto da cucin.) 7,9 Castrato (grassa) 20,7 Maiale pesante 8,0 Prosciutto crudo (intero) 20,8 Gallina 8,3 Rene di bovino 20,8 Tacchina (ala) 9,2 Salsiccia secca di carne suina 22,0 Bovino 9,2 Coppa 22,3 Vitellone (magra) 9,7 Pancetta di maiale 26,1 Vitello (magra) 9,7 Fegatini di pollo 29,1 Tacchina (coscia) 9,7 Cervello di bovino 104 Commento. Questa classificazione, mentre conferma le indicazioni favorevoli all’uso delle carni bianche, in particolare delle parti magre del pollame e degli ovini, contraddice alcuni radicati pregiudizi circa il consumo di carni suine, che invece è consentito per le parti magre del maiale c.d. leggero. Queste ultime, con I sistemi di alimentazione recentemente introdotti negli allevamenti, presentano un indice pari e anche più favorevole di altre carni, come le bovine, che fino ad oggi hanno avuto ampio spazio nelle nostre diete. Si sottolinea il fatto che queste considerazioni sono valide per le parti magre dei vari animali.
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