Dieta, regole igieniche e salute - PikiWiki

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58 Viceversa, vari studi di osservazione su popolazioni hanno dimostrato che il consumo a lungo termine di una dieta ad alto Carico Glicemico ha aumentato il rischio di sviluppare diabete tipo 2 e malattie cardiovascolari di origine aterosclerotica, come l’infarto miocardico e l’ictus.(7, 8, 9 ). Anche nello studio di Horn fu riscontrato, in una popolazione altrimenti sana, un rapporto significativo fra mortalità generale e per malattie cardiovascolari e glicemia dopo un carico di glucosio, anche escludendo l’influenza di altri fattori di rischio noti, come ipercolesterolemia, ipertensione , diabete e fumo. E’ evidente anche al profano che si tratta di studi preliminari, in quanto le prime pubblicazioni sull’argomento sono di pochi anni fa e quindi manca il tempo sufficiente e la casistica per indagini statistiche più approfondite. La nostra impressione tuttavia, basata sui primi riscontri clinici, ci induce a ritenere che la strada appena tracciata possa portare col tempo a conclusioni interessanti Bibliografia 1) Foster-Powell K, Holt SH, Brand-Miller JC. International table of glycemic index and glycemic load values: 2002. Am. J. Clin. Nutr. 2002; 76: 5-56 2) Foster-Powell K, Holt SH, Brand-MillerJC. International table of glycemic index and glycemic load values: 2003. Am.J.Clin.Nutr.2000 apr.; 7784):994 3) Perlstein RWJ,er al. Dietitians Association of Australia review paper: glycaemic index in deiabetes management. Aust.J. Nutr.Diet. 1997; 54: 57 4) Canadian Diabetes Association. Guidelines for the nutritional management of diabetes mellitus in the new millenium. A position statement by the Canadian Diabetes Association. Can.J. Diabetes Care. 2000; 23: 56. 5) Diabetes and Nutrition Study Group of the European Association for the stdy of Diabetes. Nutritional recommendations for individuals with diabetes mellitus. Metabolism 1988; 1: 145. 6) Englyst K. et al. Rapidly available glucose in food: an in vitro measurement that reflect the glycemic response. Am.J.Clin.Nutr. 1999; 69: 448. 7) Salmeron J. et al. Dietary fiber, glycemic load,and risk of NIDDM in men. Diabetes Care 1997; 20:545. 8) Salmeron J. et al. Dietary fiber, glycemic load, and risk of non insulin-dependent diabetes mellitus in women. JAMA 1997; 277: 472. 9) Liu S. et al. A prospective study of dietary glycemic load, carbohydrate intake, and risk of coronary heart disease in US women. Am.J.Clin. Nutr. 2000; 71: 1455. 10) Brand-Miller JC. et al. Rice : a high or low glycemic index food ? Am. J. Clin. Nutr. 1992;56: 1034. 11) Jenkins D. The glycemic index, fiber, and the dietary treatment of hypertriglyceridemia and diabetes. J.Am.Coll.Nutr. 1987; 6: 11 12) Ludwig D. Dietary glycemic index and obesità. J.Nutr. 2000; 130: 280S 13) Spieth L. et al. A low-glycemic index diet in the treatment of pediatric obesity. Arch.Pediatr. Adolesc. Med. 2000; 154: 947. 14) Franceschi S. et al. Dietary glycemic load and colorectal cancer risk. Ann. Oncol. 2001;12:173
59 CAP.V. DIABETE TIPO 2 e DIETA Premesse. Il Diabete, considerato il secondo Cavaliere dell’Apocalisse, si presenta nell’uomo in due forme: il tipo 1 e il tipo 2. Il tipo 1 o Insulino Dipendente (ID) colpisce generalmente i ragazzi ed è provocato da una aggressione del sistema immunitario alle cellule pancreatiche che producono l’insulina, seguita da una mancanza totale o parziale di insulina nell’organismo; l’insulina è l’ormone pancreatico, attivo sul metabolismo del glucosio e su molte altre funzioni del nostro metabolismo. Il tipo 2 o Non Insulino Dipendente (NID) compare in età avanzata in soggetti che associano ad una predisposizione ereditaria, la sedentarietà, il soprappeso e cattive abitudini alimentari quantitative e qualitative. La diffusione di questa malattia nel mondo, specie occidentale, è in continua crescita; ancor più diffusa è la c.d. intolleranza al glucosio, che ne rappresenta lo stadio iniziale. I motivi dell’attuale grande e crescente diffusione del diabete tipo 2 sono legati ad errori nella dieta, che si instaurano su un terreno genetico, cioè su una predisposizione ereditaria. Nel mondo moderno, specie occidentale, la alimentazione abbonda di calorie, di carboidrati raffinati, grassi saturi e grassi idrogenati (o trans), mentre è povera di grassi Omega-3 e ricca di grassi Omega-6, che aumentano la resistenza all’insulina delle cellule.(1 ) Nello stesso tempo essa è scarsa di fibre, che rallentano l’assorbimento del glucosio e povera di potassio, magnesio, cromo e vitamine a causa della cottura dei cibi; l’abbondanza di sodio poi aggrava la resistenza delle cellule all’insulina. A questo si aggiungono alcune nocive abitudini dell’uomo moderno, come la sedentarietà. Tutti questi fattori collaborano nel produrre prima un persistente alto livello di glucosio nel sangue con forte produzione di insulina per abbassarlo, poi una resistenza all’insulina stessa delle cellule che la utilizzano per consumare glucosio ed abbassare la glicemia (c.d. Insulinoresistenza), Il pancreas reagisce aumentando la produzione di insulina, finchè si esaurisce e compare il Diabete tipo 2 NID. Come diremo in seguito nei Capitoli Obesità e Iperinsulinemia, quest’ultima favorisce il manifestarsi della c.d. “Sindrome Plurimetabolica” o Sindrome X, che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutti i Paesi Occidentali, Stati Uniti in testa, seguiti dall’Europa.(2 ). Questa sindrome associa, ad una persistente iperglicemia dopo i pasti, da cui si sviluppa prima una iperinsulinemia, poi una resistenza delle cellule all’insulina stessa e infine un diabete tipo 2, una obesità centrale con localizzazione prevalente all’addome, che può raggiungere aspetti mostruosi, un aumento dei trigliceridi con riduzione del colesterolo-HDL, una ipertensione e un aumento della coagulazione del sangue con facile comparsa di malattie cardiovascolari. L’iperglicemia, primo anello della catena, precede la comparsa di diabete tipo 2 di 5-10 anni. I danni provocati dalla glicemia elevata e dalle sue conseguenze sono numerosi: fra essi l’infarto miocardico ( 4 volte più frequente nei diabetici e ad alta mortalità), favorito dall’ossidazione del colesterolo cattivo LDL particolarmente dannoso per le arterie, l’ictus ischemico cerebrale, la ostruzione delle arterie degli arti inferiori, la nefropatia diabetica e molte altre ancora. (3 ) Quando si può parlare di Intolleranza agli Idrati di Carbonio e quando di vero Diabete? L’Intolleranza agli idrati di carbonio si può diagnosticare quando la Glicemia, indipendentemente dai valori al mattino a digiuno, 2 ore dopo la somministrazione per bocca di 70 g. di glucosio misura fra 140 e 199 mg%. Il Diabete Mellito conclamato tipo 2 si diagnostica quando la Glicemia al mattino a digiuno è uguale o maggiore di 126 mg% e quella 2 ore dopo il carico di glucosio raggiunge o supera 200 mg%. Dieta per diabetici. Nella cura e nella prevenzione del Diabete tipo 2 Non Insulino Dipendente (NID), la dieta ha un ruolo fondamentale.(4, 5 ) In questo capitolo non tratteremo diffusamente della dieta del diabetico, che come la terapia farmacologica è di competenza specifica del diabetologo. Daremo solo alcune indicazioni generali, in accordo con lo spirito dell’intera nostra opera.(
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