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Introduzione, testo critico, traduzione e note del De orthographia di ...

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pronuncia abitualmente si geminava. E che <strong>di</strong>fferenza c’è ormai tra il porre un segno<br />

<strong>di</strong>stintivo o una lettera, dal momento che è il bisogno che ti costringe all’una o all’altra<br />

cosa? A ragione nel caso <strong>di</strong> ‘narrare’ è stato osservato che scrivevamo una sola ‘r’, dal<br />

momento che deriva da ‘gnarus’, il cui contrario è ‘ignarus’. Al contrario poiché scriviamo<br />

‘pullus’ con due ‘l’, alcuni hanno fatto attenzione a scrivere ‘paulus’ con la stessa<br />

lettera ripetuta. Cosa che non mi sembra opportuna, poiché in nessun modo si può<br />

pronunciare, e non è necessario scrivere quello che nella parola non risuona. Qui poi è<br />

ostacolato dalla lunghezza <strong>del</strong>la sillaba che precede la lettera ‘l’. Si tratta infatti <strong>di</strong> quello<br />

che i Greci chiamano <strong>di</strong>ttongo, subito dopo il quale una consonante non può in ogni caso<br />

essere geminata.<br />

[XIII.12] Molti, come Verrio Flacco, riguardo alla sinalefe stimarono si dovesse<br />

osservare una scrittura tale che, ovunque la prima voce terminasse con la lettera ‘m’ e la<br />

voce successiva iniziasse con una vocale, non si scrivesse la lettera ‘m’ per intero ma<br />

soltanto una parte <strong>di</strong> essa, affinchè fosse chiaro che non si doveva pronunciare. Vi è anche<br />

il caso in cui le vocali venivano sottratte, se ciò era richiesto o dal decoro <strong>del</strong>la<br />

composizione o dalle necessità metriche, come:<br />

‘adeo in teneris consuescere multum est’.<br />

[XIII.13] Riguardo l’aspirazione, se non sbaglio, abbiamo già detto qualcosa.<br />

Tuttavia ritengo che il <strong>di</strong>scorso debba essere ripetuto a causa <strong>di</strong> coloro che hanno scritto in<br />

vario modo ‘Hymnis’ ‘hyacinthus’ ‘hymenaeus’. Alcuni infatti pensarono che in queste<br />

parole l’aspirazione dovesse essere preposta, altri invece la omisero come non necessaria,<br />

dal momento che chiaramente nella koiné greca la lettera ‘y’ non ha mai in sé aspirazione,<br />

tutte le volte che è all’inizio <strong>di</strong> una voce. Per quel che riguarda i nomi latini, in quei casi in<br />

cui il dubbio è consistente, ci si deve rivolgere all’uso degli anitichi i quali ebbero<br />

l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> pronunciare la lettera ‘f’ al posto <strong>di</strong> questa nostra aspirazione. Perciò<br />

pronuncerà più correttamente chi <strong>di</strong>rà ‘harena’, poiché presso gli antichi era ‘fasena’, e<br />

‘hordeus’, poiché era ‘fordeus’, e, come abbiamo detto sopra, ‘hirci’, giacchè erano ‘firci’,<br />

e ‘hae<strong>di</strong>’, giacchè erano ‘fae<strong>di</strong>’.<br />

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