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Introduzione, testo critico, traduzione e note del De orthographia di ...

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VELIO LONGO<br />

L’ORTOGRAFIA<br />

[I] Ritengo necessario per chi si appresti a iniziare un <strong>di</strong>scorso sull’ortografia<br />

partire dal valore <strong>del</strong>le lettere.<br />

[II] Innanzitutto, dunque, la definizione <strong>di</strong> lettera per molti fu varia. Alcuni, infatti,<br />

<strong>di</strong>edero questa definizione: ‘la lettera è l’elemento base <strong>di</strong> un suono <strong>di</strong>stinto’; altri così: ‘la<br />

lettera è l’elemento base <strong>di</strong> un suono che abbia significato’; altri: ‘la lettera è la più piccola<br />

unità <strong>del</strong> <strong>di</strong>scorso’. Rifiutando tali definizioni, altri enunciarono: ‘la lettera è l’elemento<br />

base <strong>di</strong> un suono che si può scrivere’. Tutti, invece, esclusero quella definizione, da alcuni<br />

formulata, secondo la quale la lettera è l’elemento base <strong>di</strong> un suono che abbia significato,<br />

dal momento che alcuni suoni possono essere scritti sebbene non significhino nulla, come<br />

quando <strong>di</strong>ciamo ‘tittir’. Questo suono, infatti, può essere scritto, ma in realtà non ha<br />

significato. Più fondate sono quelle definizioni secondo le quali la lettera è l’elemento base<br />

<strong>di</strong> un suono scrivibile oppure l’elemento base <strong>di</strong> un suono <strong>di</strong>stinto.<br />

[III] In verità, alcuni sostennero che tutte le lettere fossero vocali poiché non<br />

giu<strong>di</strong>cavano nessuna lettera più o meno necessaria e poiché tutte le lettere sviluppano<br />

suoni. Altri invece le definirono tutte consonanti, giacché nello scrivere ‘Catone’ ‘a’ risuona non meno <strong>di</strong> quanto la lettera ‘c’ risuoni con la ‘a’.<br />

Sappiamo tuttavia che fu operata una <strong>di</strong>stinzione più sottile, così che furono designate<br />

come vocali appunto quelle lettere senza le quali non può esservi sillaba, tutte le altre<br />

consonanti, per il fatto che con quelle risuonano: infatti <strong>del</strong>la sillaba nulla viene<br />

mo<strong>di</strong>ficato. Tuttavia vi sono stati alcuni secondo i quali può aversi sillaba anche senza<br />

vocale. Notiamo infatti che nei comici le lettere ‘s’ e ‘t’ sono scritte insieme, come in<br />

Terenzio nel Formione:<br />

‘non is obsecro es[t]<br />

† quem te semper <strong>di</strong>cunt † :: St :: quid has metuis fores’.<br />

Questa unione <strong>di</strong> ‘s’ e ‘t’ ingiunge: ‘silenzio!’. Ma se seguissero questo esempio,<br />

potrebbero impiegare molte consonanti e tutte le semivocali come sillabe. Infatti, in Lucilio<br />

nel nono libro, nel quale l’autore <strong>di</strong>scute <strong>del</strong>le lettere, tutte adempiono alla funzione <strong>di</strong><br />

sillabe, quando <strong>di</strong>ce:<br />

‘† a re non multum abest † hoc cacosyntheton atque canina<br />

si lingua <strong>di</strong>co; nihil ad me: nomen hoc illi est’;<br />

così:<br />

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