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Introduzione, testo critico, traduzione e note del De orthographia di ...

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sembra si possano in<strong>di</strong>viduare elementi interni al <strong>testo</strong> tali da giustificare la posizione dei<br />

due stu<strong>di</strong>osi. Senza dubbio il <strong>De</strong> <strong>orthographia</strong> reca tracce <strong>di</strong> interpolazioni 50 , frequenti <strong>del</strong><br />

resto negli scritti grammaticali, ma queste, oltre a essere in numero assai ridotto, non<br />

compromettono l’unità <strong>del</strong>la struttura compositiva. Un <strong>di</strong>scorso analogo può essere fatto<br />

per le lacune, due sole in un trattato che è il più lungo fra gli scritti ortografici pervenuti<br />

(92=GL VII 50, 11; 300=GL VII 61, 10). Neppure la presenza <strong>di</strong> alcuni passi nei quali<br />

l’estrema sinteticità <strong>del</strong>le argomentazioni ha fatto credere <strong>di</strong> poter intravedere la mano <strong>di</strong><br />

un epitomatore è sufficiente a considerare il <strong>De</strong> <strong>orthographia</strong> un’epitome <strong>di</strong> età tarda.<br />

Ancora una volta è all’autore stesso che deve essere imputato tale uitium, se <strong>di</strong> uitium si<br />

tratta, immaginando appunto che come un qualunque altro magister il nostro abbia<br />

sorvolato sugli argomenti già noti al suo u<strong>di</strong>torio 51 .<br />

È presente tuttavia un unico elemento esterno al <strong>testo</strong> che potrebbe essere chiamato in<br />

causa a sostegno <strong>del</strong>l’ipotesi dei due stu<strong>di</strong>osi sopra citati, anche se <strong>di</strong> fatto trascurato da<br />

entrambi. Nella silloge ortografica <strong>di</strong> Cassiodoro 52 , sotto il titolo ex Velio Longo ista<br />

deflorata sunt, sono raccolti excerpta che presentano in alcuni punti un <strong>testo</strong> <strong>di</strong>stante da<br />

quello tra<strong>di</strong>to nel <strong>De</strong> <strong>orthographia</strong> veliano, suggerendo l’ipotesi che nel VI sec. d. C.<br />

circolasse sotto il nome <strong>di</strong> Velio Longo un trattato sull’ortografia più lungo e completo <strong>di</strong><br />

quello giunto fino a noi. Leggiamo infatti in Cassiodoro 53 :<br />

‘at’ si coniunctio fuerit, per ‘t’ scribendum est, ut est:<br />

‘at te nocturnis iuuat impallescere chartis’ 54 ;<br />

si praepositio est, per ‘d’, ut est:<br />

argomentazioni: «Velii quoque libros excerptos esse quamquam non est tra<strong>di</strong>tum, tamen non est <strong>di</strong>fficile ad<br />

credendum».<br />

50<br />

Riteniamo si possano in<strong>di</strong>viduare con un buon margine <strong>di</strong> certezza due interpolazioni, rispettivamente alle<br />

righe 78-80 (=GL VII 49, 17-19) e 630 (=GL VII 79, 11), già segnalate da Neitzke (<strong>De</strong> Velio Longo, pp. 6<br />

sgg.); rifiutiamo invece quella in<strong>di</strong>cata dallo stu<strong>di</strong>oso alle righe 58-59 (=GL VII 48, 19-21); per 130-136<br />

(=GL VII 52, 22-53, 4) si veda il relativo commento nelle <strong>note</strong> al <strong>testo</strong>.<br />

51<br />

Per una rassegna dei passi in questione rinviamo alla dettagliata e puntuale analisi <strong>di</strong> Neitzke, <strong>De</strong> Velio<br />

Longo, pp. 17 sgg.<br />

52<br />

GL VII, pp. 154-155.<br />

53<br />

Utilizziamo qui le parentesi uncinate al solo fine <strong>di</strong> evidenziare graficamente quei passi trà<strong>di</strong>ti in<br />

Cassiodoro che risultano <strong>del</strong> tutto assenti nel <strong>De</strong> <strong>orthographia</strong> veliano. Va comunque precisato che ulteriori<br />

aggiunte, seppur minime, sono riscontrabili anche nel caso <strong>di</strong> passi presenti nello stesso <strong>De</strong> <strong>orthographia</strong> (si<br />

veda soprattutto la definizione <strong>di</strong> Niso come artigraphus, che a Cassiodoro senza dubbio risale, e più in<br />

generale l’ultimo paragrafo de<strong>di</strong>cato alla trattazione <strong>di</strong> coniunx/coniux).<br />

54<br />

Cfr. 315-317 (=GL VII 62, 12-14) e 450-454 (=GL VII 69, 18-24).<br />

XVII

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