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Introduzione, testo critico, traduzione e note del De orthographia di ...

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come l’opera <strong>di</strong> Cornuto <strong>di</strong> cui posse<strong>di</strong>amo solo excerpta tramandati da Cassiodoro 67 . Se<br />

nel caso <strong>di</strong> Cornuto il materiale a nostra <strong>di</strong>sposizione, per quanto esiguo, consente tuttavia<br />

<strong>di</strong> farci un’idea sufficientemente precisa <strong>di</strong> quella che doveva essere la struttura<br />

compositiva <strong>del</strong>l’opera e <strong>di</strong> risalire per alcune quaestiones alla dottrina seguita dall’autore,<br />

più complesso è il caso <strong>di</strong> Verrio Flacco dei cui libri sull’ortografia posse<strong>di</strong>amo solo<br />

frammenti, trà<strong>di</strong>ti appunto da quelle stesse opere ortografiche <strong>di</strong> cui si ricercano le fonti 68 .<br />

Se l’in<strong>di</strong>viduazione e l’attribuzione <strong>di</strong> frammenti è già in sé un’operazione <strong>del</strong>icata e<br />

rischiosa, lo è ancor più nei testi grammaticali in cui spesso l’inserimento <strong>di</strong> exempla<br />

aggiuntivi rende <strong>di</strong>fficile l’esatto découpage <strong>del</strong> frammento. Non meno problematica<br />

risulta poi, sulla base <strong>di</strong> esigue testimonianze in<strong>di</strong>rette, la ricostruzione <strong>del</strong> contenuto <strong>di</strong><br />

un’opera perduta e, trattandosi nel nostro caso <strong>di</strong> letteratura specialistica, <strong>del</strong>la teoria<br />

grammaticale seguita. A rendere ancora più <strong>di</strong>fficoltosa la ricerca <strong>del</strong>le fonti contribuisce il<br />

fatto che nozioni ortografiche sono presenti non solo in opere che non rientrano nel genere<br />

de <strong>orthographia</strong>, come il <strong>De</strong> sermone latino <strong>di</strong> Varrone 69 , ma talvolta persino in scritti non<br />

grammaticali 70 . Basti pensare che la prima trattazione <strong>di</strong> grammatica sistematica che ci sia<br />

pervenuta, con un intero capitolo de<strong>di</strong>cato all’ortografia (1, 7), si trova nell’Institutio<br />

Oratoria <strong>di</strong> Quintiliano (1, 4-8) 71 . E se lo stesso Quintiliano <strong>di</strong>chiara che l’ortografia<br />

esplica tutta la sua acutezza nei casi dubbi 72 , non stupisce che questioni ortografiche<br />

fossero trattate da Plinio nei suoi perduti Dubii sermonis libri.<br />

67<br />

Con Reppe, <strong>De</strong> L. Anneo Cornuto, p. 61 sgg., è ormai da abbandonare l’ipotesi <strong>di</strong> Mackensen secondo la<br />

quale Cornuto non avrebbe redatto un trattato sull’ortografia, bensì nozioni ortografiche sarebbero state<br />

presenti in altri suoi scritti.<br />

68<br />

Alcuni elementi utili a ricostruire quale fosse l’insegnamento ortografico <strong>di</strong> Verrio Flacco possono essere<br />

desunti dalle tarde epitomi <strong>del</strong> <strong>De</strong> uerborum significatu a opera <strong>di</strong> Festo e Paolo Diacono.<br />

69<br />

Sulla presenza <strong>di</strong> uestigia varroniane negli ortografi si veda innanzitutto lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Wilmanns, <strong>De</strong> M.<br />

Terenti Varronis libris grammaticis, pp. 84-89 e per quel che riguarda specificamente Velio Longo il<br />

contributo <strong>di</strong> Strzelecki, <strong>De</strong> Verrii Longi auctoribus quaestiones.<br />

70<br />

Cicerone ad esempio è citato più volte da Longo: 147 (=GL VII 49, 21); 168 (=GL VII 54, 16); 280 (=GL<br />

VII 60, 7); 622 (=GL VII 79, 1).<br />

71<br />

Sulla presenza <strong>di</strong> questi capitoli grammaticali in Quintiliano si è soffermata la <strong>De</strong>sbordes, Idées Romaines,<br />

p. 54: «Quintilian n’entend nullement traiter de la grammaire pour elle-même, mais il donne son opinion sur<br />

ce que devrait être l’enseignement reçu par les enfants chez le grammaticus: il s’agit pour lui de monter<br />

comment la grammaire doit s’intégrer dans la formation de l’orateur». Su <strong>di</strong> essi si veda inoltre Barwick,<br />

Remmius Palaemon, pp. 145 n. 2; 210-13; 250-53; 265-68; e il commento <strong>di</strong> Colson al libro I, M. Fabii<br />

Quintiliani Institutiones oratoriae. Liber I.<br />

72<br />

Per il passo in questione si veda la nota 43.<br />

XXI

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