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Introduzione, testo critico, traduzione e note del De orthographia di ...

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Neapol. IV A 11, l’umanista friulano Niccolò Liburnio (1474-1557) 135 , che a Roma<br />

soggiornò per tre anni nei primi tempi <strong>del</strong> pontificato <strong>di</strong> Leone X (eletto Papa nel 1513),<br />

trascrisse <strong>di</strong> sua mano, come in<strong>di</strong>ca una nota autografa, «Niccolaus Lyburnius exscripsit»<br />

(f. 118 v ), Velio Longo, Adamanzio Martirio, lo pseudo Cornelio Frontone, Fortunaziano,<br />

Donaziano, Cesio Basso; da un altro manoscritto non identificato i Principia Artis<br />

Rhetoricae <strong>di</strong> Giulio Severiano. La copia apprestata dal Liburnio, l’attuale Vat. Lat. 3402,<br />

finì poi nella biblioteca <strong>di</strong> Fulvio Orsini 136 – <strong>di</strong>fficile però stabilire quando e attraverso<br />

quali vie. Nel 1587 l’Orsini curò l’e<strong>di</strong>tio princeps <strong>del</strong> <strong>De</strong> <strong>orthographia</strong> veliano servendosi<br />

appunto <strong>del</strong> co<strong>di</strong>ce allestito dal Liburnio. Tracce <strong>del</strong>la sua attività critica sul <strong>testo</strong> sono<br />

tuttoggi visibili nei notabilia in scrittura capitale, apposti dallo stu<strong>di</strong>oso lungo i margini <strong>del</strong><br />

Vat. Lat. 3402, e nelle varianti congetturali introdotte dalla sigla «f.» (fortasse), presenti<br />

peraltro non solo in Velio Longo ma anche spora<strong>di</strong>camente negli altri testi contenuti nel<br />

co<strong>di</strong>ce. All’Orsini ancora vanno attribuiti i titoli, in scrittura capitale, nei frammenti <strong>di</strong><br />

Donaziano e Atilio Fortunaziano che risultano anepigrafi nello stesso Neapol. IV A 11. Dal<br />

Vat. Lat. 3402, dopo che l’Orsini ebbe apposto i suddetti titoli, <strong>di</strong>scese il Vat. Lat. 5216.<br />

Questo co<strong>di</strong>ce nei fogli in cui sono tramandate le opere <strong>di</strong> Velio Longo e <strong>di</strong> Adamanzio<br />

Martirio presenta numerosi interventi, alcuni <strong>di</strong> <strong>note</strong>vole interesse, <strong>di</strong> una mano fino a oggi<br />

non identificata, che non solo corregge gli errori dovuti al copista ma tenta anche <strong>di</strong> sanare<br />

il <strong>testo</strong> già corrotto nel Neapol. IV A 11 con risultati spesso apprezzabili. Tale mano a<br />

nostro avviso potrebbe essere identificata con quella <strong>di</strong> Aldo Manuzio il Giovane (1512-<br />

1574). Si tratta ovviamente <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong> lavoro, non fondata su riscontri grafici, ma<br />

sulla combinazione <strong>di</strong> alcune informazioni riguardanti la biblioteca dei Manuzio con<br />

notizie relative all’attività filologica svolta da Aldo Manuzio il Giovane. L’inventario dei<br />

libri appartenuti ai Manuzio e poi confluiti nella Vaticana sotto Clemente VIII, trascritto<br />

nel Vat. Lat. 7121, in<strong>di</strong>ca tra i manoscritti in foglio un ‘Altilii (sic) Fortunatiani ars’. E<br />

l’Ars <strong>di</strong> Fortunaziano è il primo trattato con cui ha inizio il Vat. Lat. 5216. Non solo, il<br />

titolo in caratteri capitali con il quale l’opera è in<strong>di</strong>cata, ALTILII FORTUNATIANI ARS<br />

(f. 1 r ), mostra appunto nel nomen <strong>del</strong> grammatico lo stesso errore registrato nel già citato<br />

inventario dei libri dei Manuzio: Altilius anziché Atilius. Ancora più probante ai fini<br />

<strong>del</strong>l’identificazione <strong>del</strong>la mano che compare nel Vat. Lat. 5216 con quella <strong>di</strong> Aldo<br />

Manuzio il Giovane è il fatto che questi nel 1566, a Venezia, <strong>di</strong>ede alle stampe un trattato<br />

135<br />

Su Niccolò Liburnio cfr. DBI, vol. LXV s.v. Cfr. ancora Nolhac, Fulvio Orsini, p. 247.<br />

136<br />

Su questo personaggio, collezionista e bibliofilo appassionato, e sulla sua biblioteca, una <strong>del</strong>le più<br />

importanti collezioni private <strong>del</strong> XVI sec. si veda Nolhac, Fulvio Orsini.<br />

XL

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