FuoriAsse #19
Officina della cultura
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steggia e corteggia la putrefazione e richiama<br />
quel dipinto di Friedrich Dürrenmatt<br />
intitolato L’ultima assemblea<br />
generale della Banca federale – e anche<br />
la sua narrativa, com'è ovvio. La figura<br />
di Holtrop, con le sue manie e debolezze,<br />
si va delineando e stagliando a poco a<br />
poco in questa pletora di potenti, con<br />
grande maestria da parte dell'autore,<br />
che costruisce un romanzo dall'andamento<br />
sinuoso, carsico, in cui il lettore è<br />
condotto attraverso luoghi eventi e figure<br />
dapprima sparsi e frammentari,<br />
poi sempre più vorticalmente saldati attorno<br />
al protagonista, a stringerlo in<br />
una morsa letale, a strangolarlo. Ma<br />
Johann Holtrop non è un eroe romantico,<br />
non emana alcun bagliore elegiaco la<br />
sua caduta. È un caso clinico, il romanzo<br />
di Goetz; di un cialtrone dopato di<br />
visioni futuristiche ma incapace di scorgere<br />
i piani (malefici) della Storia, di<br />
vedere se stesso nella Storia, che è la<br />
più grande sventura che possa toccare a<br />
un individuo come Holtrop, se è vero,<br />
come scriveva Canetti, che «per dominare<br />
un uomo basta inquadrarlo storicamente»:<br />
a dire, un po' rovesciando la<br />
frase del grande scrittore mitteleuropeo,<br />
che chi non è in grado di inquadrarsi da<br />
sé nella Storia, prima o poi saranno gli<br />
altri a inquadrarcelo – e a distruggerlo.<br />
©La Stranga<br />
FUOR ASSE<br />
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