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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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di Alverston; anzi, ad una corona di ulivi,<br />

lontana un miglio, spuntava un campanile<br />

preciso a quello di Alverstone. Mac O’Neil,<br />

giunto nell’abitato, trasecolò: Alverstone,<br />

perdio, Alverston. Ecco il reverendo Balthus,<br />

Barric, le guardie, la fontana con i<br />

pesci, ecco tutti. Ritornò fuor di sé, nel prato<br />

fiorito di margheritine: aveva visto la moglie<br />

che annaffiava le rose nel giardino. La<br />

moglie?<br />

Era discesa la sera. Mac O’Neil, appoggiato<br />

al suo apparecchio, non si raccappezzava.<br />

A notte alta stava ancora meditando sulla<br />

portentosa identità. Ma pensa e ripensa,<br />

trovò la soluzione giusta: che la luna era la<br />

copia specchiata della terra. Forse anche gli<br />

innumeri mondi sparsi nel cielo riproducevano<br />

un esemplare unico, chissà dove depositato.<br />

Approfittando dell’oscurità, volle fare una<br />

capatina in paese. Entrato nella casa ugua -<br />

le alla sua, salì in punta di piedi nel solaio<br />

e guardò nella camera di sotto attraverso<br />

una crepa del pavimento: prefissò il gatto<br />

soriano, la fila di candelabri sul camino, il<br />

ritratto di Walter Scott e ogni altra minuzia.<br />

In un angolo sua moglie, era tra le braccia<br />

d’un uomo. Mac O’Neil sorrise. Alverston<br />

lunare.<br />

Ad un tratto udì un grido: «Mi hai morso un<br />

labbro». «Amore, non l’ho fatto apposta».<br />

«Sanguina». «Per San Patrizio, si gonfia». Poi<br />

ancora sospiri e baci.<br />

Mac O’Neil tornò nel prato salì sulla sua<br />

macchina e giunse in poche ore, siccome la<br />

strada era in discesa, e con il motore spen -<br />

to, ad Alverstone terrestre. A metà strada<br />

aveva incontrato una macchina come la<br />

sua diretta verso la luna.<br />

La moglie fece a Mac O’Neil una gran festa<br />

e lo baciò ripetutamente quantunque aves -<br />

se un labbro molto gonfio e dolente.<br />

La prima frase del racconto è molto<br />

interessante da analizzare stilisticamen -<br />

te. Intanto è una frase tripartita in cui<br />

vengono descritte tre azioni molto differenti<br />

tra di loro, senza nessun nesso<br />

logico. Per fare un esempio molto semplice,<br />

in un racconto di Čechov, Lo specchio<br />

deformante del 1883, lo scrittore<br />

russo scrive: «Il candelabro le cadde dalle<br />

mani, rotolò per terra e la candela si<br />

spense». L’azione, divisa in tre parti, ha<br />

una sua sequenza logica. Solitamente<br />

queste frasi sono utilizzate dagli scrittori<br />

per dare un movimento all’azione, come<br />

accade per Čechov. In Zavattini,<br />

invece, il nesso logico all’interno della<br />

frase, con tre azioni differenti, assolutamente<br />

illogiche e irrazionali, come accendere<br />

la pipa, salutare la moglie e<br />

partire per la luna, ha qualcosa di nuovo.<br />

Tra la fine dell’Ottocento e la fine<br />

degli anni Venti, sono passati quarant’anni,<br />

e in mezzo c’è stato il futurismo<br />

e il surrealismo, con le avanguardie<br />

che hanno sconvolto il panorama letterario.<br />

Le conseguenze di questi movimenti<br />

artistici si riflettono sullo stile degli<br />

autori, nelle sequenze logiche delle<br />

azioni. Lo stile di Za trova la sua originalità<br />

nelle nuove possibilità che i movimenti<br />

artistici hanno apportato nelle<br />

diverse arti.<br />

Anche l’argomento scelto è originale. Il<br />

sapore del racconto è da fumetto di fantascienza<br />

con venature da favola, con la<br />

macchina che vola verso la luna, copia<br />

identica del mondo terreno. Siamo alle<br />

origini di quello che diventerà, per Zavattini,<br />

un vero e proprio lavoro: scrivere<br />

sceneggiature di fumetti di fantascienza<br />

per la Mondadori negli anni Trenta. Anche<br />

i nomi perdono il loro significato rea -<br />

le e concreto, e diventano nomi inventati,<br />

per certi aspetti esotici, privi di ogni<br />

aggancio con la realtà, come accade nella<br />

letteratura surrealista. Resta solo<br />

O’Neil, nome americano che sembra qua -<br />

si profetico del primo astronauta sulla<br />

luna, Neil Armstrong.<br />

Da sottolineare l’uso del verbo “allunò”,<br />

passato remoto del verbo “allunare”, che<br />

FUOR ASSE<br />

71 Dalla terra alla luna

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