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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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cio al mondo della rappresentazione diverso.<br />

Il tempo è una variabile importante.<br />

Tarkovskij lo definiva: «un attrezzo di lavoro».<br />

E credo che avesse ragione, nel<br />

mio caso perlomeno è così. Sedimentare<br />

le idee, sceglierle, pulirle, sottoporle al<br />

vaglio del tempo che passa, è una pratica<br />

importante del mio fare quotidiano.<br />

Mi piacciono le persone umili; dai contadini<br />

o dai falegnami imparo quanto imparo<br />

da Kandinskij o da Eisenstein. E ci<br />

sono alcuni monaci esicasti, i padri del<br />

deserto, che mi hanno insegnato molto.<br />

Serve pazienza per districare i fili. E il<br />

lavoro di un narratore è questo, no?<br />

Districare i fili di vite altrui, che arrivano<br />

da lontano, da quel mondo astratto e<br />

nebuloso che è il nostro io interiore.<br />

MG - Il tuo è un libro sulla memoria.<br />

Una narrazione che si fa memoria collettiva:<br />

come un corrimano ci fa rivivere<br />

quegli anni in cui la società italiana era<br />

colpita da un’ininterrotta serie di fatti<br />

sanguinosi, con tante vittime innocenti<br />

a ogni volgere di stagione, fino alla strage<br />

di Bologna.<br />

A quelle ferite si contrapponeva lo<br />

spontaneismo anarchico di una nuova<br />

fascia giovanile, soprattutto quella bolognese,<br />

che cercava i propri modi di<br />

espressione attraverso l’arte, le radio libere,<br />

la musica, il fumetto, e che determinò<br />

uno stacco da tutto quanto c’era<br />

stato prima (il Sessantotto) e da tutto<br />

ciò che stava accadendo (l’apparato repressivo<br />

dello Stato e il terrorismo).<br />

Una nuova generazione, quindi, che facendo<br />

della mutevolezza del codice il<br />

proprio tratto caratterizzante portò un<br />

nuovo modello culturale elevando a dogma<br />

il principio assoluto del “desiderio”,<br />

inteso sia come rifiuto della politica repressiva<br />

e inconcludente di quegli anni<br />

sia come rifiuto del senso morale e culturale<br />

vigente.<br />

In questo senso la Memoria che ritroviamo<br />

in my generation, la memoria<br />

di un artista oggi maturo che volge lo<br />

sguardo al passato, diventa un altro importante<br />

tassello, la parte di un puzzle<br />

mancante di ciò che in quegli anni<br />

– ritenuti anche tra i più fertili e vivi<br />

dell’intero Novecento – è accaduto.<br />

Tutto ciò viene reso possibile grazie a<br />

una scrittura e a uno stile attraversato<br />

da fratture ritmiche tipiche del mondo<br />

del fumetto e della musica, che dà forma<br />

a personaggi e storie il cui ricordo si fonde<br />

con la certezza di aver tratto qualcosa<br />

di importante da loro. In tal senso<br />

ricordiamo: Roberto Roversi, Lucio Dalla,<br />

Umberto Eco – quest’ultimo in particolare<br />

aveva definito la vostra generazione<br />

“Generazione 9” –, Oreste del Buono,<br />

gli Skiantos, Iggy Pop, Devo, Gaznevada,<br />

Daniele Brolli, Gianni Gitti, Gianni Celati,<br />

Andrea Pazienza, Pier Vittorio Tondelli,<br />

Marcello Jori, Claudio Piersanti,<br />

Jerry Kramsky, Giorgio Carpinteri, Enrico<br />

Palandri, Lorenzo Mattotti, Francesca<br />

Alinovi solo per citarne alcuni. E ricordiamo<br />

ancora i movimenti culturali o<br />

le riviste, ad esempio: «Officina», «Il Male»,<br />

«Pinguino Guadalupa», «Alter», «Cannibale».<br />

In questo movimento culturale così<br />

intenso risalta la figura di Igort, penso<br />

anche a certi passi densissimi, in my<br />

generation, in cui si racconta di notti<br />

insonni passate a creare e a disegnare.<br />

Nel libro il termine “memoria” risalta<br />

attraverso la descrizione dei luoghi e i<br />

viaggi reali o immaginati, tuttavia in<br />

esso si ravvisa soprattutto un diario di<br />

memorie intime. Pagine di vita, dettagli,<br />

suggestioni, stupori, ricordi sospesi tra<br />

magia e realtà.<br />

Sullo sfondo risalta l’intenso rapporto<br />

con il padre del protagonista. Infatti,<br />

alla fine del libro, nel Post scriptum, si<br />

può leggere con quali parole Igort si ri-<br />

FUOR ASSE<br />

53<br />

Redazione Diffusa

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