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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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A volte sento dei passi nell’altra stanza,<br />

dice. Quale stanza. E mi dico, ecco Pausa<br />

che sta tornando. Sono abbastanza<br />

pigra da saper perdere, lo sai. Intendevo<br />

un’altra cosa. Dimmi cosa intendevi, allora.<br />

Si ribalta a pancia sotto, ha deltoidi<br />

contratti e peli radi lungo i dorsali.<br />

Anni fa gli salivo a cavalcioni sulle reni e<br />

rimanevo come una bertuccia concentrata<br />

a spulciargli le spalle. Passami la<br />

crema, dice. Cerco nella sacca e mi accovaccio<br />

accanto al suo fisico scolpito a<br />

volumi sbalzati, merito della creatina<br />

che ingurgita. Non ti sei ancora fatta un<br />

bagno da quando siamo arrivati, dice.<br />

Una folata di vento solleva pulviscolo<br />

sabbioso, la protezione cinquanta si trasforma<br />

in stucco, la ciabatta arancione<br />

si rovescia su un lato, la risistemo. Non<br />

mi va di rimettermi il costume. Portiamola<br />

subito, dico. Poco ci manca che le<br />

ultime ore le passiamo a sorbirci genitori<br />

isterici, sai quante volte ci chiederebbero<br />

di ripetere? E il bambino? Non<br />

avete visto anche il bambino? Ieri hanno<br />

bloccato quelli del quattro, lei poi mi fa<br />

specie, si muove strana, e agita, che<br />

sono, piume? dice. È una collana.<br />

Pausa, non è una collana. Non chiamarmi<br />

Pausa. Be’, qualsiasi cosa sia …<br />

guarda tu se gli unici italiani in questo<br />

buco di culo del mondo dovevano capitare<br />

a noi, due tizi che fanno sedute spiritiche.<br />

Non fanno niente del genere. Si<br />

alza, strombato dal basso è un colosso<br />

di pietra che sgranchisce gli arti. Le<br />

labbra si muovono eppure non sento<br />

dire Prenditi - cura - di - me - non - ci<br />

- sono - altri - destini - lo - vedi - anche<br />

- tu - che - dannata - fine - facciamo<br />

- ogni - momento - senza - altre - anime.<br />

Poi si china, faccio a tempo a vedere il<br />

suo braccio che compie un lancio lunghissimo,<br />

una parabola arancione, apice,<br />

traiettoria discendente, rena infinita.<br />

E se fosse stato tuo figlio a essersi perso?<br />

dico. I bambini mi piacciono molto<br />

FUOR ASSE 124<br />

©Jonė Reed<br />

in foto, dice. Si stende, la tempia mia<br />

contro la sua. Pausa, girati, dice premendosi<br />

addosso.<br />

In camera lasciamo impronte progressive<br />

sul letto, curve di livello su schiuma<br />

lattice. Ci vogliono morti i fabbricatori di<br />

materassi, incapaci nel trovare slanci<br />

migliori del sonno. Comunque i piedi del<br />

bambino non si vedono, ho controllato il<br />

ritratto quando siamo passati nella hall,<br />

magari non era nemmeno sua, dico e so<br />

per certo che quella ciabatta di gomma è<br />

proprio di Tommaso, me lo sento. Mi rin -<br />

tano nel cesso, giro al massimo il miscelatore,<br />

il getto scroscia, siedo sulla tazza,<br />

attendo minuti, mi alzo e rimango<br />

alla finestra a osservare una buganvillea<br />

portentosa contro un cielo che sta<br />

infuocando. Ore dopo allo specchio il<br />

Il principio dell’iceberg

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