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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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cuno canta, non so riconoscere la canzone,<br />

sembra una lingua inventata, non<br />

sopporto quel suono, vado a chiudere<br />

l’infisso e mi accorgo che sull’erba c’è<br />

una forma a guscio: arancione. Immagine<br />

5: 5/9 ingrandisci dettaglio modifica<br />

colore memorizza. Tiro la tenda, accendo<br />

la tv, mandano 2001 Odissea nello<br />

spazio da una settimana, stessa pellicola<br />

in inglese e senza interruzioni.<br />

Quando torna gli chiedo se ha notato<br />

niente sul prato. Cosa avrei dovuto notare,<br />

dice e calpesta il pavimento in tutte<br />

le direzioni. Divento verticale vicino al<br />

trolley. Gli spostamenti sono? Irrilevanti,<br />

penso. Arriviamo alla corriera, prendiamo<br />

posto mescolandoci ad altri turisti.<br />

Scorre dal finestrino una costa lunghissima<br />

piatta, mi appisolo.<br />

Siamo al centro di una fila di sedili saldati<br />

a terra, sopra le nostre teste un immenso<br />

arco ribassato crea un iperspazio<br />

e sproporziona i viventi da tutto il resto.<br />

Sul tabellone elettronico le scritte sono<br />

a r a n c i o n i. Ho il colore nel cranio, mi<br />

perseguita. Pausa, facciamo un ultimo<br />

scatto, dice. Mi spingo col busto, pendo<br />

verso di lui. Stende il braccio dirigendo<br />

contro di noi lo schermo, compariamo<br />

ribaltati convessi inscritti nel rettangolo.<br />

Sei vestita dello stesso colore della<br />

sedia, dice. Vero, io sono: oggetto in fibra<br />

di carbonio con sandali cromati.<br />

Ci imbarchiamo, la scala accostata all’aereo<br />

traballa, le fanno instabili per<br />

ricordarci che è un attimo, penso. Pren -<br />

do posto vicino al finestrino, dall’oblò<br />

osservo la pista sbiadita, sto per spegnere<br />

il telefono, mi arriva un messaggio,<br />

un numero che non conosco, leggo:<br />

Non toccare. Sei inquadrata. Non sorridere.<br />

Il tremolio vibrato si trasforma<br />

in pressurizzazione, trattengo il fiato,<br />

prendiamo quota, il mondo diventa carta<br />

geografica, planimetria a colori che<br />

rimpicciolisce fino a non vedersi più.<br />

©Jaya Suberg<br />

FUOR ASSE 127 Il principio dell’iceberg

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