FuoriAsse #19
Officina della cultura
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CA - Amedeo Anelli è direttore della rivista<br />
«Kamen’», curatore d’arte, poeta e ha<br />
svolto studi filosofici, soffermandosi in<br />
special modo sullo studio della Filosofia<br />
della scienza e dell’estetica.<br />
Come e quanto incide la tua formazione<br />
all’interno di ogni specifico ruolo?<br />
AA - Devo molto alla scuola di Milano ed<br />
a Milano, alla fenomenologia di Dino For -<br />
maggio, alla filosofia della scienza di Ludovico<br />
Geymonat e soprattutto alla presenza<br />
costante ed aperta di Eridano Baz -<br />
zarelli, che ha seguito praticamente sin<br />
dal principio i miei passi nella scrittura<br />
poetica. In tutti questi maestri era un’at -<br />
tenzione ed un’apertura critica verso il<br />
nuovo e una concezione non frammentata<br />
degli orizzonti culturali. Questa impostazione<br />
mi è rimasta e vale per ogni<br />
ambito che entra in dominante: si spostano<br />
gli “accenti”, ma è l’intero orizzonte<br />
in movimento che reagisce. In ogni<br />
caso, come si può pensare in Filosofia di<br />
affrontare il problema gnoseologico, sen -<br />
za una conoscenza di ciò che avviene in<br />
Fisica o in altri ambiti scientifici? Oppure,<br />
come si può pretendere di fare critica<br />
d’arte senza una preparazione tecnica<br />
specifica e storico-estetica, e in taluni<br />
casi anche ingegneristica? In più<br />
mi hanno sempre interessato i rapporti<br />
fra Arte e Pensiero; e, in un orizzonte di<br />
poesia polifonica, penso che le arti possano<br />
secondo i propri principi di campo<br />
tener conto di tutti i saperi e dell’intero<br />
umano.<br />
CA - La coniugazione dei saperi di certo<br />
è un vantaggio per chi, come Amedeo<br />
Anelli, rivolge il proprio sguardo anche<br />
all’estero. Inoltre, oltre alla prolifica produzione<br />
sia in campo letterario sia in<br />
campo artistico, è evidente come il mestiere<br />
di critico sia potenziato da un’innata<br />
capacità di saper trarre il meglio da<br />
ogni ricerca, ma anche da una forte “pas-<br />
sione” per l’arte e per la cultura. Nel dire<br />
questo penso anche alla direzione di<br />
«Kamen’», rivista che, proprio per il gusto<br />
raffinato delle scelte e delle proposte,<br />
è molto apprezzata nel panorama culturale<br />
italiano e internazionale. Quanto è<br />
importante oggi per l’Italia impostare un<br />
rapporto di confronto attivo anche con<br />
l’estero?<br />
AA - È un rapporto fondamentale e vitale,<br />
sia perché la cultura è sempre stata<br />
un fenomeno collettivo ed “internazionale”,<br />
sia perché questo processo, che<br />
negli ultimi cinquecento anni si è potenziato<br />
molto, era già presente nella cultura<br />
medioevale ed antica. Inoltre, riguardo<br />
agli autori dell’ultimo mezzo millennio:<br />
come comprendere ad esempio gli<br />
autori e i movimenti senza l’influenza,<br />
il dialogo, anche la lettura fuorviante e<br />
la mis-comprensione, che l’orizzonte del<br />
dialogo e delle evenienze internazionali<br />
hanno operato? Lo studio delle tradizioni<br />
a livello internazionale è fondamentale<br />
per la comprensione di ciò che è avvenuto<br />
ed avverrà.<br />
CA - Nel corso del tempo «Kamen’» ha<br />
contribuito all’arricchimento del panorama<br />
culturale italiano grazie alla scoperta<br />
di nomi quali Gustav G. Špet, Grigori<br />
J Skovoroda, Léon Dumont e ha<br />
inserito nel dibattito intellettuale tanti<br />
altri nomi dimenticati. Pensiamo a Giacomo<br />
Noventa, Dino Formaggio, Vincenzo<br />
Gioberti. In un momento così difficile<br />
e condizionato dalle tante voci che, seppure<br />
mediocri, sopravvivono sia grazie<br />
al supporto dei nuovi mezzi tecnologici<br />
sia grazie al fatto che le stesse case editrici<br />
sono sempre più interessate a trarre<br />
profitto piuttosto che porsi come generatori<br />
di valori condivisi, quanto è difficile<br />
restare puri e lavorare per la necessità<br />
di affermare il valore autentico<br />
dell’opera artistica in genere?<br />
AA - Per chi come me ritiene che il piano<br />
etico sia in dominante e fondativo sia su<br />
quello conoscitivo sia su quello estetico,<br />
ciò può accadere semplicemente nel<br />
FUOR ASSE<br />
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Redazione Diffusa