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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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camminandomi accanto, aveva quasi<br />

compiuto l’intero giro, passando dal Tirreno<br />

all’Atlantico, dall’infanzia toscana<br />

alla maturità, per sbucare in quella<br />

radura.<br />

Un angolo dove far coincidere, lungo<br />

l’arco della vita, fato e fortuna.<br />

Sopra di me volavano centinaia di<br />

lucciole<br />

Credo che dormii. Dormii con la percezione<br />

che la selva vegliasse chi era di<br />

passaggio. Poi, in mezzo alla notte, fui<br />

svegliato dalla luce. Una luce che come<br />

il fascio di una lampada, colpì le palpebre,<br />

obbligandomi ad aprire gli occhi.<br />

Sopra di me volavano centinaia di lucciole,<br />

migliaia forse.<br />

Sembrava che in tutta la selva avessero<br />

preso come punto di riferimento la<br />

distanza tra la fronte e il petto di un<br />

infermo.<br />

La notte sorrideva al mio posto; non<br />

piovve. L’indomani riuscirono a raggiun -<br />

germi, stupiti di avercela fatta. Veterano<br />

non si era sbagliato.<br />

Qualcuno arrivò anche a dirmi che<br />

Quimbanda, il grande cacciatore, mi<br />

aveva protetto. Poco lontano, infatti, lun -<br />

go il sentiero, erano apparse le orme del<br />

puma.<br />

Ma la cosa più curiosa fu che, quaranta<br />

minuti dopo avermi messo in salvo,<br />

iniziò, fitta e continua, a cadere la pioggia.<br />

©Vincent Descotils<br />

FUOR ASSE<br />

31<br />

Riflessi Metropolitani

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