FuoriAsse #19
Officina della cultura
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Roberto Barbolini<br />
Angeli dalla faccia<br />
sporca<br />
di Andrea Serra<br />
©Brett Walker<br />
Il saggio di Roberto Barbolini, Angeli<br />
dalla faccia sporca, uscito nel 2016 per<br />
Galaad Edizioni, è un vero e proprio<br />
viaggio nella letteratura “di genere” alla<br />
ricerca del concetto di Bellezza, attributo<br />
fondamentale della letteratura “alta”.<br />
Barbolini, con la maestria di un grande<br />
critico, ci conduce alle origini del romanzo<br />
moderno e contemporaneo, perlustrando<br />
gli anfratti infernali e fantastici<br />
di Poe, Hammett, Chandler, Arpino,<br />
Soriano, Collins, Himes fino ad arrivare<br />
a Salgari, Stevenson, Verne, Williams,<br />
Tolkien e Guareschi: dal giallo, al<br />
noir, al comico passando per il cinema,<br />
il fumetto e la musica. Insomma, attraversando<br />
tutto il mare magnum della<br />
letteratura cosiddetta d’evasione, che si<br />
tiene a debita distanza dall’ideale alto e<br />
incontaminato della Bellezza aurea dei<br />
classici.<br />
Ma la bellezza, ad esempio, è invocata<br />
da Mary Shelley nel V capitolo di Frankenstein,<br />
quando viene creato l’omonimo<br />
mostro assemblando parti di corpo<br />
appartenute a persone diverse. Questo<br />
corpo orripilante assurge a metafora del<br />
libro stesso (Barbolini ci informa che<br />
Angeli dalla faccia sporca nasce dall’assemblaggio<br />
di materiali eterogenei,<br />
in parte inediti, in parte già pubblicati<br />
come introduzioni, prefazioni e contributi<br />
a convegni) e del concetto contemporaneo<br />
di bellezza: perché «al canone<br />
della bellezza tocca un po’ la stessa<br />
sorte del Canone di Pachelbel: rivivere,<br />
FUOR ASSE<br />
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