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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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segno del costume è un modulo triangolare<br />

rosso sfocato. Indosso il vestito bian -<br />

co coi profili dorati compratomi da lui<br />

secoli fa e mentre aspetto apro Szondi:<br />

Poiché La sonata degli spettri si trova<br />

davanti allo stesso problema formale<br />

delle tarde opere di Ibsen: la rivelazione<br />

drammatica di un passato chiuso in sé<br />

stesso, e che quindi si sottrae all’evidenza<br />

drammatica. Gli orecchini lungo il<br />

collo sono freddi, cerco il telecomando,<br />

alzo di qualche grado, fa diventare sempre<br />

una cella frigorifera. Sento lo sturo<br />

dello sciacquone, il boato del risucchio.<br />

Immagine 1: 1/85 scarsa definizione, po -<br />

chi pixel, attendere. Spalanca la porta<br />

del bagno, affonda un ginocchio nelle<br />

isobate e un lembo dell’abito scivola e<br />

divarica lo spacco. Immagine 543: taglio<br />

su tela, concetto spaziale.<br />

Da un angolo della stanza la vibrazione<br />

mi aggancia a un presente parallelo,<br />

vado a prendere il telefono, leggo, lui<br />

vuole sapere chi è. Ania, mento e digito:<br />

questione di abitudine. Mi lascio cadere<br />

sul lenzuolo. Sta sempre con la<br />

tedesca? dice stringendomi un piede.<br />

Ma che ne sa, io mescolo, mica racconto<br />

tutto. La verità è? Un’alternativa, penso.<br />

A ogni modo, ho l’oceano contro, il deserto<br />

ovunque, sempre stato così il mio<br />

universo: indistinguibile.<br />

La sala dove ceniamo è sbiancata a<br />

neon, abbiamo nel piatto: orecchio uma -<br />

no bollito. Lui inforca un pezzo di lobo,<br />

parla molto, a due tavoli di distanza<br />

vedo i genitori di Tommaso, mangiano;<br />

qualsiasi cosa capiti, a un certo punto si<br />

deve mangiare. Il tragitto in direzione<br />

del chiringhito è in assenza di coordinate,<br />

seguiamo i lampioni, una fila di pianeti<br />

ordinati e bassi a proiettare campate<br />

celesti nella notte densa, il mio abito<br />

diventa fosforescente. Inizia la sabbia,<br />

tolgo i sandali. C’è sempre calca in questo<br />

posto, è il solo aperto nel giro di chilometri,<br />

oltre le lanterne ricomincia il<br />

©Virginia Rota<br />

FUOR ASSE 125<br />

Il principio dell’iceberg

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