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FuoriAsse #19

Officina della cultura

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Eliot decretò: «è attraverso degli autori<br />

vivi che i morti continuano a vivere».<br />

L’intera letteratura corrisponde al regno<br />

del nigredo, il mondo dell’ombra. Oggigiorno<br />

gli scienziati hanno dimostrato<br />

che la memoria e l’olfatto sono relazionati<br />

fra di loro. E se la poesia è respiro, direi<br />

che sperimento la memoria come un<br />

essere piccolo, perduto, una fragranza<br />

dissolta.<br />

Uno degli elementi fondamentali della<br />

memoria è la parola. In America Latina<br />

forme linguistiche diverse vengono normalmente<br />

usate e mescolate fra loro, così<br />

che a livello antropologico, culturale e<br />

quotidiano risulta difficile poter esprimere<br />

i molti altri aspetti centrali della<br />

cultura meticcia attuale.<br />

La parola mai riesce a comunicare il tutto.<br />

Qualsiasi cosa diciamo è sempre meno<br />

di quello che è. La matrice del linguaggio<br />

è intellettuale: voglio dire, appartiene<br />

alla circonferenza, all’intelletto; il<br />

centro è lo spirito interno, l’essere. Altra<br />

cosa è la voce, che è l’espressione udibile<br />

del nostro spirito interno. Cantare senza<br />

parole sarebbe la più pura espressione<br />

della poesia. Per questo credo che non<br />

ci sia bisogno di rompere il linguaggio<br />

che nasce già rotto. Otto Jespersen diceva<br />

che gli uomini cantavano i loro sentimenti<br />

molto prima di poter esprimere i<br />

loro pensieri attraverso la parola.<br />

Il Venezuela sta passando attraverso<br />

una crisi politico-economica ed istituzionale<br />

unica nella sua storia, dove tutto<br />

scarseggia: dalla farina alla democrazia,<br />

dallo zucchero alla legge, e dove gli<br />

intellettuali e soprattutto gli artisti sembrano<br />

assumere posizioni manichee sul<br />

terreno della politica ma che hanno portato<br />

anche a una impossibilità ed incapacità<br />

di vedere la poesia e l’arte come<br />

territorio d’incontro e non di scontro.<br />

Quindi ci si chiede quale funzione possa<br />

svolgere oggi la poesia nel paese.<br />

La gente in Venezuela oggigiorno non è<br />

sana rispetto ai sentimenti, emozioni e<br />

ideali; per questo viviamo scissi, dissociati.<br />

Pensare e sentire richiedono coerenze<br />

differenti relativamente ai mezzi<br />

d’espressione. Il poeta è sempre stato un<br />

ribelle. Oggi si vuole che il poeta sia un<br />

rivoluzionario, che pratichi una ideologia.<br />

Il poeta è contro ogni ideologia dell’ordine<br />

possibile: religiosa, politica, sociale o economica;<br />

nemico dell’addomesticamento<br />

o condizionamento della società, il poeta<br />

esiste per mostrare una verità, quella nascosta<br />

dentro l’uomo: la libertà. Il poeta<br />

Bei Dao ha detto che la libertà non è altro<br />

che la distanza tra il cacciatore e la<br />

preda.<br />

Il sole ha iniziato a picchiare, la signora<br />

di servizio ci dice che il caffè è pronto.<br />

Santos si alza e dopo avermi lanciato<br />

quel suo sguardo spostando indietro la<br />

testa, con una smorfia come di uno che<br />

volesse inserirsi dentro, mi sorride. Mi<br />

osserva mentre sorseggio il caffè, uno<br />

dei vanti della casa e tra i poeti considerato<br />

uno dei migliori.<br />

©Lita Cabellut<br />

FUOR ASSE<br />

58 Redazione Diffusa

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