12.03.2017 Views

FuoriAsse #19

Officina della cultura

Officina della cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

scatto che immortalava un momento<br />

felice, Riccardo ha ripreso in mano il miglior<br />

disco del gruppo con cui Wynn ha<br />

cantato maggiormente nella sua carriera,<br />

i Dream Syndicate: The days of wine<br />

and roses. Poco dopo si è reso conto che<br />

il disco – del 1982 – aveva lo stesso<br />

nome di un film del 1962 con la regia di<br />

Blake Edwards che vedeva un giovane<br />

Jack Lemmon in una delle sue rarissime<br />

parti drammatiche. È stato solo guar -<br />

dando questo film in bianco e nero che<br />

ci siamo resi conto che a un certo punto<br />

viene citata la poesia che dà il titolo al<br />

film: «they are not long the days of wine<br />

and roses». Facendo una nuova ricerca<br />

ci siamo imbattuti in un poeta – Ernest<br />

Dowson – a noi sconosciuto, se non per<br />

i suoi versi, che sono giunti attraverso<br />

diverse arti fino a noi.<br />

È stato proprio per questo intreccio tra<br />

le varie forme artistiche che, quando<br />

Riccardo mi ha parlato di questa storia,<br />

abbiamo pensato ad un progetto che<br />

coinvolgesse diverse forme espressive;<br />

dal testo all’immagine, per finire con la<br />

musica e in seguito la rappresentazione<br />

teatrale.<br />

Per la sua formazione poetica, le passioni<br />

musicali e la dimestichezza con la<br />

lingua inglese (dato fondamentale dal<br />

momento che le poesie di Dowson non<br />

sono mai state tradotte in italiano) ci<br />

siamo rivolti subito a Diego Bertelli chie -<br />

dendogli se volesse raccontare questo<br />

intreccio di storie. Non appena ho pensato<br />

a chi potesse illustrare una storia<br />

così densa di legami e salti temporali mi<br />

è venuta in mente Silvia Rocchi, con il<br />

suo stile onirico; non ho più abbandonato<br />

questa idea e sono stata felicissima<br />

quando Silvia ha accettato la nostra<br />

proposta di illustrare il testo scritto da<br />

Diego. Poco dopo, parlando con il musicista<br />

Gianni Nicolai e con il regista<br />

Francesco Mugnari, l’idea di comporre<br />

per questo graphic novel una colonna<br />

FUOR ASSE 80<br />

sonora e trarne uno spettacolo teatrale<br />

intitolato 33, come gli anni che Ernest<br />

Dowson non è mai arrivato a compiere<br />

(essendo morto nel 1900 all’età di 32<br />

anni).<br />

AV - I giorni del vino e delle rose è un<br />

libro attraversato da sinapsi tra le varie<br />

parti della storia, con finestre prospettiche<br />

che si aprono man mano che si<br />

girano le pagine: tramite Dowson si arriva<br />

a parlare anche di Via col vento, poi<br />

si retrocede cronologicamente fino a<br />

Keats e Orazio. Volete parlarci di questa<br />

caratteristica dell’opera?<br />

DB - L’opera si regge su una concatenazione<br />

di suggestioni e di rimandi interni.<br />

Nel primo caso è difficile ristabilire un<br />

ordine anche perché non è detto che tali<br />

suggestioni valgano anche per il lettore.<br />

Parlerò quindi dei rimandi interni: dovevo<br />

mettere insieme la storia del ritrovamento<br />

di una foto scattata con il leader<br />

di un gruppo cult anni Ottanta, un<br />

film sul tema dell’alcolismo e della dipendenza,<br />

e la vita di un poeta morto di<br />

tubercolosi alla fine del secolo XIX. Ho<br />

deciso di procedere a ritroso: dal presente<br />

sono risalito all’album The Days<br />

of Wine and Roses, successivamente al<br />

film del 1962, fino a giungere alla notte<br />

tra 22 e 23 febbraio 1900, quando Dowson<br />

muore. L’ultimo giorno di vita del<br />

poeta poteva avere una valenza simbolica<br />

notevole, specie immaginandolo come<br />

un cliché tardoromantico: il giovane<br />

poeta malato che parla di poesia e beve<br />

liquori inebrianti. Senza neanche saperlo,<br />

leggendo la biografia di Dowson dopo<br />

aver scritto la sceneggiatura del graphic,<br />

ho scoperto con mia grande sorpresa<br />

che non mi ero allontanato poi<br />

tanto dal vero. Quel fatto mi fece credere<br />

di aver fatto una buona scelta. Veniamo<br />

invece ai due nomi che citi: se Orazio è<br />

figura amata da Dowson (non è raro che<br />

i versi del poeta latino diano il titolo ai<br />

componimenti del nostro), la presenza<br />

Fumetto d’Autore

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!