FuoriAsse #19
Officina della cultura
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niente a perdifiato. Aspetta, vado a chiedere,<br />
dice e fende un gruppo di sagome.<br />
Mi avvicino alle palme, siedo sull’altalena.<br />
Ora che ci penso, non ho visto nemmeno<br />
un bambino da che siamo arrivati.<br />
Ora che ci penso, l’unica cosa che ho<br />
visto di simile a un bambino è stata la<br />
foto di un bambino – scomparso. Inizio a<br />
dondolarmi, la catena cigola, stendo le<br />
gambe, il cielo profondo mi risucchia,<br />
volo altissimo, sono i m m o r t a l e, urlo<br />
nel cranio. Mi viene il voltastomaco, rallento,<br />
guardo lo scintillio oltre la costa.<br />
Quello che conta, in fondo, è? Stare sottovetro,<br />
penso. Riconosco la madre di<br />
Tommaso inginocchiata sulla battigia<br />
stagliata contro la distesa inchiostro, ha<br />
in mano un fagotto, lo issa sopra la testa,<br />
nel vento il volume cede piume, si<br />
forma una scia di guizzi luminosi. Si<br />
gira verso di me, appoggia il peso, poco<br />
dopo me la ritrovo davanti, ci guardiamo,<br />
mi supera. I bambini a me piacciono<br />
molto: disegnati e scritti. Lui mi<br />
chiama, faccio una corsetta mantenendo<br />
l’abito scostato per non inciampare.<br />
Niente da fare, stasera è impossibile,<br />
dice. Prendiamo il sentiero al contrario,<br />
un silenzio compatto preme sui timpani.<br />
Scegliamo un paio di lettini a bordo piscina,<br />
ho un palmo poggiato sul suo<br />
petto. Secondo te per-sempre è una condizione<br />
sopportabile? non dico. Chissà<br />
che c’era nel pacco, dico. Compare una<br />
mano dalle tenebre, cerca il gancetto del -<br />
la chiusura dietro la mia schiena, faccio<br />
torsione per agevolarlo e voltandomi<br />
scorgo bagliori elettrici paralizzati nel<br />
nero. Toglitelo, dice. Sento la voce, non<br />
lo vedo. Toglietelo e alzati. Eseguo, esco<br />
dal vestito, divento un ectoplasma tremolante<br />
nel riflesso liquido della vasca,<br />
aspetto, il flash mi disorienta. Immagine<br />
1 ½: io. Torno a tentoni, passami il<br />
vestito, dico. Quale vestito. Non fare il<br />
cretino. Sento la vibrazione provenire<br />
dalla borsa, poi lo schermo illuminato<br />
compare nel buio e fluttua verso la sua<br />
faccia spettrale. Chi è DP, dice e mi passa<br />
il telefono. Leggo sul display, DP, Difesa<br />
Personale, i nomi stupidi con cui<br />
memorizziamo gli altri all’inizio.<br />
Verso l’alba mi sento spostare, avverto<br />
il trascinamento, lo stacco dal cuscino,<br />
una serie di stanze in cui ho vissuto si<br />
accavallano e coincidono sotto di me, è<br />
una vertigine mentale che mi fa realizzare<br />
che non sono a casa nel mio letto ma<br />
con lui, nel passato o nel futuro, è questione<br />
da interpretare. Sogno oggetti dal<br />
le forme incongrue, io sono luce e sto<br />
interrogando sulla tecnica a stazioni di<br />
Strindberg un birillo che si deforma, per<br />
punirlo gli recito a memoria Szondi:<br />
visto che la base dello Stationedrama<br />
non è data da una serie di personaggi<br />
posti sullo stesso piano, ma da un io centrale,<br />
la sua dimensione non è dialogica<br />
a priori… una delle conseguenze della<br />
drammaturgia soggettiva è la sostituzione<br />
dell’unità di azione con l’unità dell’io,<br />
di questo tiene conto il dramma a tappe,<br />
risolvendo la continuità dell’azione in<br />
una sequenza di scene che non hanno<br />
alcun nesso causale fra loro, non scaturiscono<br />
l’una dall’altra come nel dramma<br />
vero e proprio… Il birillo sanguina e<br />
allaga la cattedra. A mattina fatta mi<br />
sveglio e con l’alluce aggancio le mutande<br />
appallottolate tra le lenzuola. Quan -<br />
do passiamo per andare al bar, la foto di<br />
Tommaso non c’è più. È sparita la foto<br />
del bambino sparito, penso staccando<br />
una traccia di scotch dalla bacheca. Cer -<br />
co la madre tra tavoli, in giro non c’è<br />
nessuno. Al banco dolci lui prende: fette<br />
di pelle butterata. Venti minuti dopo in<br />
camera non c’è più traccia di noi, a parte<br />
le valigie chiuse. Aspetto da stesa che<br />
lui ritorni, è andato a saldare il conto.<br />
C’è una cavalletta enorme sul soffitto,<br />
sembra una cartaccia appiattita fossilizzata.<br />
Il vento fa schioccare un telo, qual-<br />
FUOR ASSE 126 Il principio dell’iceberg