FuoriAsse #19
Officina della cultura
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mune: l’impossibilità di comprendere se<br />
stessi e gli altri.<br />
«Non andiamo tutti noi sconosciuti a noi<br />
stessi, con un mistero inesplicabile nell’anima,<br />
ignorando di dove veniamo, che<br />
cosa siamo, che cosa vogliamo, verso la<br />
morte?» 3 si interroga infatti Ruggero, il<br />
protagonista maschile del dramma L’avventura<br />
terrestre (1925), riconoscendo<br />
in tutti gli uomini la stessa sorte «di passeggeri<br />
nostalgici» 4 . E non di meno si<br />
domanderà La Bella Addormentata del<br />
dramma omonimo (1919): «In ogni paese<br />
è uguale, in ogni contrada è sempre lo<br />
stesso […] Ma, ora, come potevo restare<br />
dove ero?» 5 .<br />
La condizione di questi «randagi della<br />
vita» 6 è quella di cercare una felicità sem -<br />
pre protesa altrove, «verso un’esistenza<br />
più larga» 7 , che mai si svela a loro del<br />
tutto, che appena traspare subito lascia<br />
lo smarrimento di un’illusione.<br />
I personaggi di Rosso di San Secondo,<br />
anche quelli di Marionette, che passione!<br />
(1918), Per fare l’alba (1918), Amara<br />
(1919), L’ospite desiderato (1921), Lazzarina<br />
tra i coltelli (1923), La danza su<br />
di un piede (1923), Una cosa di carne<br />
(1924), Il delirio dell’Oste Bassà (1925) 8 ,<br />
traducono la difficoltà di sostenere la<br />
propria inquietudine interiore in frenetico<br />
entusiasmo verso una esperienza<br />
sempre nuova, ma di fatto ogni slancio<br />
diventa presto già condanna, nella consapevolezza<br />
di andare incontro a un nuo -<br />
vo fallimento, a una nuova delusione.<br />
Un dissidio, dunque, che li incide profondamente,<br />
provocando quell’insoddisfazione<br />
che li muove poi inesorabilmente<br />
al desiderio di fuga. Non a caso<br />
La fuga (Treves, 1917) è anche il titolo di<br />
un romanzo di San Secondo. A differenza<br />
dei personaggi del contemporaneo<br />
Pirandello, pur nel comune stato di<br />
smarrimento (e rifiuto dei valori tramandati<br />
dalla civiltà dell’Ottocento), non avvertono<br />
il bisogno insistito di una ricostruzione<br />
logica dei propri contrasti,<br />
non tentano una ricomposizione in sintesi<br />
dialettica; restano piuttosto invischiati<br />
nei propri sentimenti e, malinconici<br />
instabili, scelgono una costante eva -<br />
sione.<br />
Persino il sentimento d’amore si rivela<br />
insufficiente. Per quanto unica possibilità<br />
di apertura alla condizione di incomunicabilità<br />
dell’esistenza umana, conduce<br />
ben presto alla dolorosa percezione<br />
di una «misteriosa» solitudine; i personaggi,<br />
avvertendo la pena di una perenne<br />
sospensione, sono spesso tentati<br />
dall’anticipazione della sconfitta: «Tu mi<br />
ami. Ma anche tu mi frughi, mi cerchi; e<br />
anche tu ancora non mi trovi… Sapessi<br />
che dolore!... Forse non so io stessa quel -<br />
lo che sono… E forse sono destinata dav -<br />
vero a partire sempre… a lasciare… ad<br />
abbandonare» 9 , dice Alessandra di L’avventura<br />
terrestre; o sono attratti, al contrario,<br />
da un’artificiosa illusione anestetizzante.<br />
È quanto accade in Marionette,<br />
che passione!, dove anonime creature si<br />
agitano nel tentativo di trovare palliativi<br />
per liberarsi dal tormento d’amore; e dove,<br />
in un curioso gioco di riflessi, i personaggi<br />
– La Signora dalla volpe azzurra,<br />
il Signore a lutto, il Signore in grigio –<br />
sono tutti collocati in un punto preciso,<br />
ma diverso, del medesimo dramma. Ciascuno<br />
demanda all’altro la propria salvezza,<br />
ma ciascuno all’altro offre un’inutile<br />
verità, in una problematizzazione del -<br />
le passioni senza sbocco: ogni verità infatti,<br />
divenuta ormai superata per sé, è<br />
3 Rosso di San Secondo, L’avventura terrestre, Milano, Treves, 1925, p. 116.<br />
4 Ivi, p. 126.<br />
5 Rosso di San Secondo, La bella addormentata, Milano, Treves, 1923, p. 104.<br />
6 San Secondo, Preludio a Marionette, che passione!, Milano, Garzanti, 1944, p. 5.<br />
7 Cfr. Giovanni Calendoli, Il teatro di Rosso di San Secondo, Roma, Vito Bianco, 1957, p. 27.<br />
8 Le opere citate sono state tutte ripubblicate in San Secondo, Teatro 1911-1925, cit.<br />
9 San Secondo, L’avventura terrestre, Milano, Treves, 1923, pp. 104-105.<br />
FUOR ASSE<br />
14<br />
Il rovescio e il diritto