Musica che affronta il silenzio - Scritti su Toru Takemitsu - Pavia ...
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<strong>Musica</strong> <strong>che</strong> <strong>affronta</strong> <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio. <strong>Scritti</strong> <strong>su</strong> Tru Takemit<strong>su</strong><br />
I saggi di Takemit<strong>su</strong> non sono stati scritti per fornire informazioni ad altri, ma per rinnovare<br />
la propria creatività attraverso le cose sentite e viste. Le profonde considerazioni di<br />
Takemit<strong>su</strong> vertono <strong>su</strong>lle differenze fra i paesi visitati e la cultura giapponese, <strong>su</strong>ll’ambiente<br />
naturale e <strong>il</strong> <strong>su</strong>o rapporto con la cultura, <strong>su</strong>i problemi della modernizzazione. Tra di essi si<br />
possono ricordare, per esempio, lo scambio epistolare con l’antropologo Kawada Junz a proposito<br />
delle <strong>su</strong>e ricer<strong>che</strong> <strong>su</strong>lla tribù dei Mossi in Africa, ancora priva di un linguaggio scritto,<br />
o gli scritti riguardanti la sensib<strong>il</strong>ità ai <strong>su</strong>oni di Takemit<strong>su</strong>, <strong>che</strong> hanno stimolato Bin Kimura<br />
per i <strong>su</strong>oi studi <strong>su</strong>lla parte destra e sinistra del cervello. Le conversazioni di Takemit<strong>su</strong> con<br />
questi intellettuali, pubblicate <strong>su</strong>lle riviste, hanno comunicato ai comuni lettori <strong>il</strong> profondo<br />
interesse di pensare la cultura attraverso i <strong>su</strong>oni.<br />
Ho parlato ora di un antropologo e di uno studioso del cervello, ma Takemit<strong>su</strong> è stato<br />
considerato un ‘genio della conversazione’. Con l’intenzione di pubblicarle <strong>su</strong> una rivista,<br />
Takemit<strong>su</strong> condusse conversazioni con scrittori, poeti, pittori, registi cinematografici, etc. –<br />
oltre ai due <strong>su</strong>ccitati. Sulle riviste culturali sono comparse conversazioni di Takemit<strong>su</strong> con<br />
musicisti e artisti stranieri in visita in Giappone – Xenakis, Cage, Heinz Holliger, Peter Serkin,<br />
Simon Rattle, etc.; attraverso Takemit<strong>su</strong> i lettori giapponesi hanno potuto conoscere cosa<br />
pensano e cosa sentono gli artisti della propria epoca.<br />
Parlerò adesso delle riviste con cui Takemit<strong>su</strong> ha avuto a <strong>che</strong> fare. Nel 1984, con<br />
l’architetto Arata Isozaki, lo scrittore Kenzabur e, <strong>il</strong> poeta Makoto oka, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>osofo Yjir<br />
Nakamura e l’antropologo Masao Yamaguchi fu editore della rivista trimestrale «Hermes».<br />
Lo scopo del progetto «Hermes» era: «Con la collaborazione di studiosi rappresentativi in<br />
Giappone, cercare la possib<strong>il</strong>ità di una creatività culturale proficua e autentica, un nuovo indirizzo<br />
intellettuale verso <strong>il</strong> XXI secolo». In questa rivista Takemit<strong>su</strong> aveva preparato una<br />
rubrica di conversazioni con personalità di diversi ambiti, come se fosse interessato alle reazioni<br />
chimi<strong>che</strong> dell’incontro fra saperi diversi. Per esempio fece incontrare <strong>il</strong> compositore<br />
canadese Murray Schafer con Masao Yamaguchi. La conversazione fra <strong>il</strong> musicologo <strong>che</strong><br />
teorizzò <strong>il</strong> soundscape e l’antropologo Yamaguchi toccò, con larghezza di vedute, temati<strong>che</strong><br />
relative alla cultura, la musica e al <strong>su</strong>ono.<br />
Takemit<strong>su</strong> faceva parte del comitato di redazione an<strong>che</strong> di un’altra rivista, <strong>il</strong> trimestrale<br />
di cinema «F<strong>il</strong>m». I registi Hiroshi Teshigahara e Toshio Mat<strong>su</strong>moto, l’artista vi<strong>su</strong>ale<br />
Takahiko Iimura, <strong>il</strong> critico cinematografico Kichi Yamada e <strong>il</strong> grafico Kiyoshi Awazu, <strong>il</strong><br />
critico d’arte Yu<strong>su</strong>ke Nakahara, a queste sei persone unì <strong>il</strong> proprio nome <strong>il</strong> compositore<br />
Takemit<strong>su</strong>. Questa rivista ha organizzato <strong>il</strong> “F<strong>il</strong>m Art Festival”, per cui fece l’amministratore<br />
e <strong>il</strong> membro della giuria.<br />
Takemit<strong>su</strong> aveva una grande passione per <strong>il</strong> cinema, la nuova arte nata con <strong>il</strong> XX<br />
secolo. Oggi noi vediamo i f<strong>il</strong>m fac<strong>il</strong>mente a casa con i DVD, ma Takemit<strong>su</strong>, quando la<br />
riproduzione domestica non era ancora così diffusa, andava al cinema circa 300 volte<br />
l’anno. Dal 1970 l’industria cinematografica giapponese era al tramonto. Era diminuito<br />
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