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Musica che affronta il silenzio - Scritti su Toru Takemitsu - Pavia ...

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<strong>Musica</strong> <strong>che</strong> <strong>affronta</strong> <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio. <strong>Scritti</strong> <strong>su</strong> Tru Takemit<strong>su</strong><br />

sembra guardare alla lezione magistrale di Andreij Tarkovskij a cui, com’è noto,<br />

Takemit<strong>su</strong> ha dedicato Nostalghia, una pagina per violino e or<strong>che</strong>stra d’archi. 16<br />

Seguire un f<strong>il</strong>m sin dalle riprese iniziali<br />

Una costante del modus operandi di Takemit<strong>su</strong> consisteva nel seguire le vicende del f<strong>il</strong>m sin<br />

dalle prime fasi del <strong>su</strong>o allestimento per coglierne le segrete movenze, talvolta an<strong>che</strong> in<br />

disaccordo con <strong>il</strong> regista. 17 An<strong>che</strong> questo non è abituale nell’universo del cinema, come<br />

Truffaut insegna in La Nuit américaine (Effetto notte, 1973) ove descrive le fasi di una<br />

preproduzione musicale cinematografica con <strong>il</strong> regista intento ad ascoltare al telefono <strong>il</strong> tema<br />

musicale pensato dal compositore per <strong>il</strong> <strong>su</strong>o f<strong>il</strong>m.<br />

Hiroshi Teshigahara ricorda:<br />

In tutti i f<strong>il</strong>m <strong>che</strong> ho fatto con Takemit<strong>su</strong> , non gli ho mai chiesto di scrivere un certo tipo<br />

di musica per un f<strong>il</strong>m. Generalmente i registi fanno delle richieste del genere: «In questa<br />

scena voglio musica per far piangere». Molti compositori soddisfano le richieste. Con<br />

Takemit<strong>su</strong> questo non si può fare, è fuori questione. Guarda <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m e comincia a<br />

esprimere le <strong>su</strong>e idee musicali. In questo modo la musica si inserisce pienamente nel<br />

contesto della scena, ma an<strong>che</strong> la sistemazione della musica dà vita a cose <strong>che</strong> da sole le<br />

immagini non avrebbero espresso. Attraverso questa combinazione di immagine e<br />

musica, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m cresce e diventa realtà. Questa è la mia aspettativa. 18<br />

(1976), «con <strong>il</strong> <strong>su</strong>o <strong>su</strong>ono secco, frammentario, quasi metallico» (1996, p. 35). L’universo sonoro di questo f<strong>il</strong>m<br />

viene mirab<strong>il</strong>mente descritto in una lettera inviata da Federico Fellini ad Andrea Zanzotto (1999, p. 467).<br />

16 «Il maestro Nono ha scritto […] una musica per commemorare <strong>il</strong> regista, io non ne sapevo niente quando,<br />

per combinazione, ho composto anch’io una musica in memoria di Tarkovskij […], <strong>il</strong> titolo è Nostalghia. Noi<br />

due <strong>che</strong> vivevamo così lontani, e scrivevamo musi<strong>che</strong> così differenti, per puro caso amavamo Tarkovskij<br />

insieme, e abbiamo prodotto due musi<strong>che</strong> molto “cerimoniali”, compiangendo <strong>il</strong> defunto regista, insieme»<br />

(Nono 2001, vol. II, p. 442).<br />

17 A proposito della collaborazione con Kurosawa, Takemit<strong>su</strong> dirà <strong>che</strong> <strong>il</strong> maestro aveva ha una ben precisa<br />

immagine acustica <strong>che</strong> però non corrispondeva alle scelte poi adottate nelle fasi di allestimento del f<strong>il</strong>m<br />

(Raison 1985, p. 54).<br />

18 Hiroshi Teshigahara in Zwerin (1994): «Ci sono molti tipi di compositori <strong>che</strong> scrivono musica per f<strong>il</strong>m. La<br />

maggior parte guarda prima <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m quando è quasi alla fine e poi pensa a come aggiungere la musica; un<br />

approccio come quello di un operaio. Poi c’è qualcuno come Takemit<strong>su</strong>, <strong>che</strong> si immerge nel f<strong>il</strong>m insieme a te,<br />

dall’inizio. Arriva sempre <strong>su</strong>l luogo della ripresa quando si gira <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m e coglie qualsiasi occasione per vedere<br />

quel <strong>che</strong> è stato f<strong>il</strong>mato. Un coinvolgimento come quello del regista». «Nella musica di ognuno dei f<strong>il</strong>m a cui<br />

ha lavorato riusciva a inserire qualcosa di unico. Non è uno di quei compositori <strong>che</strong> semplicemente adattano<br />

al f<strong>il</strong>m una musica <strong>che</strong> già hanno in un cassetto. Man mano <strong>che</strong> guardava <strong>il</strong> girato dei miei f<strong>il</strong>m, ne ricavava<br />

ispirazione. In questo modo la musica poteva accrescere al massimo l’intensità di una scena: con la musica<br />

riusciva a dare vita a dettagli <strong>che</strong> non potevano essere espressi dalle sole immagini» (Hiroshi Teshigahara in<br />

Richie 1997, p. 7).<br />

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