Musica che affronta il silenzio - Scritti su Toru Takemitsu - Pavia ...
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Roberto Calabretto<br />
Un sim<strong>il</strong>e modo di lavorare è importante perché rivela la natura e le funzioni della musica,<br />
<strong>che</strong> non viene semplicemente ‘incollata’ a una pellicola quando <strong>il</strong> f<strong>il</strong>m è stato ultimato ed<br />
entra nelle fasi della postproduzione. La colonna sonora, di conseguenza, non è un semplice<br />
accompagnamento; non è neppure un commento alle vicende dei protagonisti e ai luoghi in<br />
cui è ambientata l’azione; ambisce piuttosto a essere un’integrazione dell’immagine, come la<br />
teoria dell’audiovisione insegna. Takemit<strong>su</strong> inaugura modalità di lavoro del tutto nuove <strong>che</strong><br />
e<strong>su</strong>lano da quelle tradizionali, in quegli anni perseguite in particolar modo in Europa e in<br />
America dove la musica per f<strong>il</strong>m aderiva ai logori stereotipi poi smas<strong>che</strong>rati da Theodor W.<br />
Adorno nel <strong>su</strong>o celebre volume (cfr. Poirier 1996, pp. 94-95).<br />
Padroneggiare l’intera gamma dei codici st<strong>il</strong>istici<br />
Peter Burt sottolinea come la produzione cinematografica di Takemit<strong>su</strong> riveli caratteri<br />
diversi da quelli della <strong>su</strong>a musica da concerto: «emerge, infatti, <strong>il</strong> ritratto di un compositore<br />
molto scaltrito, un professionista del pasti<strong>che</strong>, capace di padroneggiare l’intera gamma dei<br />
codici st<strong>il</strong>istici, scegliendo a seconda della sceneggiatura <strong>il</strong> codice <strong>che</strong> vi aderisce in modo<br />
perfetto» (Burt 2003, p. 47). Del resto, come ogni cinematografaro insegna, l’universo delle<br />
immagini in movimento richiede<br />
Un professionista in grado di ‘servire’ un f<strong>il</strong>m storico come uno di fantascienza, un<br />
thr<strong>il</strong>ler e una commedia leggera, un f<strong>il</strong>m sentimentale e uno di guerra. In grado di<br />
scrivere un mottetto alla Palestrina, un poema sinfonico romantico e un brano di<br />
avanguardia. Senza dire della particolare attenzione <strong>che</strong> bisogna comunque avere<br />
per la musica di con<strong>su</strong>mo di ieri e di oggi. E per le tradizioni popolari, e così via.<br />
(Plenizio 2006, p. 34)<br />
Questa prima circostanza rivela la congenialità di Takemit<strong>su</strong> a lavorare nell’universo<br />
quanto mai complesso e problematico delle immagini in movimento. I seguenti esempi<br />
dalla <strong>su</strong>a f<strong>il</strong>mografia esemplificano l’eclettismo della <strong>su</strong>a scrittura <strong>che</strong> attinge an<strong>che</strong> a codici<br />
lontani dalla musica giapponese.