L'altra agricoltura… - Inea
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vani e agricoltura. I giovani hanno una visione negativa dell’agricoltura, invece queste cooperative utilizzano<br />
il rapporto con l’agricoltura, con la terra, dandogli un significato sociale e culturale. Questo naturalmente<br />
porta i giovani ad avere più entusiasmo, ad avvicinarsi a questo lavoro, ad attività che prima in qualche<br />
modo rifiutavano. Sono esperienze che permettono ai giovani di acquisire competenze che altrimenti non<br />
potrebbero avere. Nel lavoro delle cooperative c’è la necessità di saldare i rapporti con il mondo della ricerca<br />
e con l’innovazione. Tutte e due le cooperative hanno dei rapporti consolidati. Entrambe le esperienze<br />
hanno raggiunto dei grossi obiettivi e degli ottimi risultati. La prima esperienza, quella della Valle del Marro,<br />
ponendo un no secco alla mafia, senza se e senza ma, si muove all’interno di un sistema rete nazionale<br />
che in qualche modo fa anche da tutoraggio e in un certo senso la difende. La Valle del Bonamico, invece, è<br />
completamente dentro l’area locale, cerca di contaminare il territorio, di seminare cultura d’impresa nella legalità<br />
ed è costretta a fare i conti con mille e diverse contraddizioni. È difficile riuscire anche a lanciare dei<br />
messaggi chiari, che non generino poi delle interpretazioni ambigue.<br />
Sono esperienze che fanno eccezione in Calabria, basti pensare che solo la Valle del Marro si occupa di beni<br />
confiscati di questo settore. Sono esperienze innovative che avrebbero bisogno certamente di supporto da<br />
parte delle politiche che al momento le hanno dedicato poca attenzione. Proprio perché sono esperienze<br />
complesse e nello stesso tempo delicate, diventa strategico il sistema rete. Entrambe sono inserite in un sistema<br />
rete che in qualche modo li protegge dalle possibili distorsioni del contesto locale, però sono esperienze<br />
che vanno consolidate nel tempo, devono avere anche la possibilità di confrontarsi, di garantire dei<br />
redditi consolidati. Proprio per questo avrebbero bisogno di una maggiore solidarietà e quindi dell’intervento<br />
da parte delle istituzioni. Soprattutto questo comporta un nuovo modo di pensare le politiche di sviluppo<br />
che probabilmente è ancora lento ad essere assorbito dalle nostre strutture regionali. Grazie.<br />
108 RETELEADER