L'altra agricoltura… - Inea
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menti Contadine, in Italia Reti Semi Rurali. Queste reti in realtà pongono tre problemi al modello agricolo dominante:<br />
1) una critica tecnica, quindi revisione, e qui introduco il concetto di varietà, che deve tradursi in forme<br />
stabili, e il concetto di valore agronomico di varietà; 2) una critica politica, che quindi riguarda il sistema<br />
di proprietà intellettuale sulle sementi, un problema di legittimazione del sistema che stiamo incrementando;<br />
3) infine, la critica scientifica, inerente il lavoro di queste reti legato sempre di più alla ricerca agricola,<br />
che si basa sulla consapevolezza che ci sono altri saperi in azienda e in agricoltura, che sono quelli degli agricoltori,<br />
che hanno ugual diritto di quelli dei ricercatori e con cui deve esserci un confronto.<br />
Queste esperienze hanno altre particolarità rispetto ad altri modelli aggregativi in agricoltura. Il primo punto<br />
è che associano (proprio perché la tematica biodiversità ha un interesse nella società civile) altri soggetti al di<br />
fuori dell’ambito agricolo, e hanno la capacità di rivolgersi non solo al mondo agricolo ma alla società civile,<br />
e quindi aggregano la società civile creando consenso. Inoltre, il numero di azioni che stanno compiendo, insieme<br />
al numero di aderenti, cresce proporzionalmente nel tempo, quindi prospettano – rispetto ai sindacati<br />
agricoli la cui rappresentanza sta diminuendo – un futuro di azione, hanno la capacità di comunicare al grande<br />
pubblico con più forza di quella dei sindacati agricoli, e possiedono la grande capacità di lavorare in rete.<br />
Se voi andate nei diversi paesi europei in cui queste reti stanno funzionando, nessuno vi dirà mai che il nostro<br />
lavoro si deve fermare in Francia, o ad un determinato ambito ma, al contrario, l’obiettivo è costruire un coordinamento<br />
europeo sulle sementi e, soprattutto da parte della rete francese, c’è una grande capacità di lavorare,<br />
perché essendo attiva da più tempo con altri paesi africani (per esempio i progetti di ricerca e di cooperazione<br />
con il Maghreb e con l’Africa occidentale) possiede più esperienza pratica ed è più motivata.<br />
Inoltre, da un punto di vista della comunicazione della scienza, questi soggetti diventano quelli che vengono<br />
definiti “attori ibridi”, cioè se la scienza si sta modificando, sta cambiando il rapporto con la società e si parla<br />
di dover costruire gli spazi pubblici in cui rinegoziare “che cos’è scienza” e ricostruire tali rapporti; in agricoltura<br />
questi soggetti hanno la capacità di parlare con gli scienziati e di costruire una ricerca diversa, senza<br />
essere né università, né accademia, né Stato. Pertanto vengono definiti “attori ibridi” per la capacità delle organizzazioni<br />
non governative di costruire un sapere diverso rispetto alla ricerca ufficiale. Questo è una dichiarazione<br />
fatta da un fisico francese molto attivo, Leblond, su questa partita tra scienza e società, e che se<br />
nel mondo generale della scienza ha tutta una serie di complicazioni. Queste teorie in agricoltura sono particolarmente<br />
premianti, perché in fisica, in matematica in altri settori scientifici non ci sono i soggetti che noi<br />
studiamo. In agricoltura noi abbiamo i soggetti, cioè i contadini, che non possono essere messi da parte rispetto<br />
ad un processo di ricerca agricola, in quanto sono portatori di sapere, ci sono fisicamente, mentre negli<br />
altri ambiti scientifici gli elementi che studiamo non ci chiedono conto. Allora, se questo è vero, bisogna<br />
modificare completamente il sistema di ricerca agricola, perché attualmente il sistema che abbiamo non funziona<br />
per adattarsi a questi altri modelli agricoli. Questo è un po’ uno schema molto generale, ma mostra come<br />
è fatto il sistema attualmente: noi abbiamo una ricerca agricola più o meno internazionale, fatta dal sistema<br />
del CGIAR (Consultative Group of International Agricultural Research), questo sistema vale soprattutto<br />
nei paesi del sud del mondo però non è tanto diverso come idea dai paesi del nord. Quindi abbiamo quello<br />
che viene definito il global knowledge che in qualche modo deve essere adattato a un contesto e poi adot-<br />
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