L'altra agricoltura… - Inea
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L’ASSOCIAZIONE ALL’OMBRA DEL MEDITERRANEO<br />
DI COSTANZA FERRINI<br />
Faccio parte di un’associazione che si chiama “all’ombra del Mediterraneo” e che ha come focus l’ulivo. Sono<br />
olivicoltrice bio, anche se ho una formazione diversa, non sono un’agronoma, vengo dalla letteratura del<br />
Mediterraneo, mi sono occupata di letteratura ed etimologie di tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo.<br />
Gestisco una piccola azienda dal 2000, produco olio extra vergine, ortive, erba medica. L’idea è nata intorno<br />
ad un progetto che si chiama “Colture e culture”, incentrato su luoghi dove si coltivano le essenze locali,<br />
soprattutto ulivo, ed essenze mediterranee. Abbiamo fatto una serie di gemellaggi con uliveti di diversi<br />
paesi, a cominciare da Lesbo, e poi anche uliveti della Palestina. La nostra associazione riunisce una ventina<br />
di paesi, e tra i nostri soci non ci sono solo agricoltori o agronomi, ma anche scrittori, musicisti, artisti,<br />
antropologi. L’idea è quella di ragionare intorno alla cultura dell’ulivo. Abbiamo fatto diverse iniziative, la cui<br />
caratteristica principale è quella di effettuare gli incontri in uliveto, portando in questi luoghi diversi soggetti,<br />
dal professore ai bambini, usando un linguaggio comprensibile a tutti. Abbiamo organizzato incontri con<br />
mostre sugli ulivi, come quello in cui sono state esposte tele di artisti contadini del Mali; abbiamo fatto un’iniziativa<br />
con un museo che ha messo in rete sette forni ad uso pubblico a Perugia. In quell’occasione abbiamo<br />
fatto un incontro con un poeta turco cipriota e con uno greco cipriota, tutti hanno cucinato usando il forno<br />
pubblico. Stiamo iniziando a lavorare su un progetto in Tunisia di adozione degli uliveti. In Tunisia, infatti,<br />
nella fascia pre-desertica, gli ulivi sono collocati a 36 metri l’uno dall’altro per problemi di acqua, l’obiettivo<br />
è quello di restringere questa distanza creando un impianto di irrigazione in modo da permettere a questi<br />
olivicoltori, che adesso raccolgono olive ogni due o tre anni quando piove, di avere raccolti più regolari.<br />
Nel maggio 2004 l’UNESCO ci ha chiamato in occasione della manifestazione “Route de l’oliviè”. Questa manifestazione,<br />
alla quale partecipano tutti i Paesi UNESCO, ha lo scopo di far raccontare ad ognuno la sua<br />
esperienza. Poi l’idea che è alla base di questi incontri in uliveto è che l’uliveto non è solo luogo di produzione,<br />
ma anche di partecipazione e di incontro. Abbiamo iniziato a fare un lavoro con un centro di accoglienza<br />
diurna di Perugia, con cui abbiamo realizzato un’iniziativa in cui tutti i processi della lavorazione erano condivisi<br />
con soggetti diversi.<br />
Un’altra esperienza interessante è stata quella che abbiamo vissuto con dei ragazzi autistici, e che va in parallelo<br />
con un altro lavoro che ha visto un’artista lavorare con i portatori di questo disagio, e realizzare, ad<br />
esempio, con il legno da potatura delle sculture insieme a queste persone.<br />
Il progetto su cui stiamo lavorando attualmente è un po’ la somma di tutte queste caratteristiche dell’associazione.<br />
Il progetto si chiama “l’autopsia dell’ulivo bambino” ed è un’installazione che abbiamo curato in<br />
quattro: l’artista armeno che ha fatto una scultura sull’ulivo vivo (ha scorticato uno dei rami e fatto la scultura);<br />
un architetto libanese che ha fatto la base intorno al vaso (c’è una proiezione di etimologia dell’olivo<br />
e della letteratura dell’olivo mediterraneo in lingua e in italiano); poi c’è un lavoro fatto con una cantante<br />
che ha raccolto questo progetto, e con cui abbiamo costruito una performance nella quale le sue canzoni<br />
hanno alcuni dei temi dell’olivo bambino come quello contro lo sradicamento degli ulivi bambini, che è pra-<br />
RETELEADER 201