il problema è come dimostrare tale provenienza. All’Istituto Sperimentale del Ministero, stiamo facendo un lavoro con il DNA, stiamo cercando di verificare se siano o meno una razza. Una delle maniere per salvare questi prodotti è venderli. Anche per quanto riguarda la produzione del vino, non si può salvare la nostra produzione autoctona, se non vendendolo, producendolo. La stessa cosa per il maiale. Quindi in tutto quello che noi stiamo facendo c’è questo dissidio di cui vi avevo parlato prima, magari parlandovene riusciremo a trovare insieme una soluzione. Il fatto che ci siano moderne tecnologie, idee innovative, sì, è importante, ma bisogna recuperare il senso di appartenenza e stimolare le motivazioni personali dei soggetti direttamente interessati. Bisogna risvegliare la nostra Calabria, che sembra essere addormentata, e che è abituata ormai all’assistenzialismo. Rimbocchiamoci le maniche, ricostruiamoci una reputazione, troviamoci un nostro spazio di mercato. In tutto questo io ritengo che l‘Università abbia un ruolo importantissimo, perché le idee viaggiano e sono il carburante di tutto questo motore. Grazie. RETELEADER 121
LA COOPERATIVA HERMES DI FEDERICA ROCCISANO Buongiorno a tutti e grazie. Io non produco assolutamente beni agricoli, e mi occupo di beni confiscati, né collaboro con chi ha lavorato con la mafia. La mia cooperativa si chiama Hermes e si occupa di comunicazione e promozione, siamo molto vicini alla Valle del Bonamico in particolare, ma alle varie cooperative che ci sono nella locride proprio per promuovere il significato della cooperazione. Per anni la locride è stata vista come quella fascia in cui si parlava essenzialmente di ‘ndrangheta e di infiltrazioni mafiose, per cui ad un certo punto era anche giustificato dire “Io non faccio niente perché tanto c’è la ‘ndrangheta e si può fare niente”. Di conseguenza c’era il lassismo più assoluto. Fortunatamente, ci sono state persone che dal ’97 in poi, forse Libera aveva già iniziato a lavorare precedentemente, hanno iniziato a lavorare in modo operativo e concreto per contrastare la ‘ndrangheta. È assolutamente inutile constatarne semplicemente l’esistenza, e servirsene come scusante per un giovane, per un padre di famiglia, o per un altro tipo di persona di starsene a casa e “piangersi addosso”. Questa è una logica che noi abbiamo sempre cercato di combattere ed è con questo spirito che sono nate le cooperative. Perché in questa direzione si poteva vedere che il fenomeno della cooperazione riusciva effettivamente a instaurare dei legami e a creare degli sbocchi. In seguito alla nascita di queste prime cooperative, sono iniziate a sorgerne altre, che si occupano di cose diverse, quella in cui opero si occupa di comunicazione e promozione, altre fanno sacchettini per bomboniere, altre fanno altri tipi di prodotti, di produzione biologica, altre fanno assistenza ai bambini, altre ancora, come una cooperativa che sta per nascere nel mio territorio, vuole ripetere l’esperienza proprio della valle del Bonamico, cercare di partire da quello che sono le colture e da quello che è tipico del territorio per cercare di creare sviluppo. Tutto ciò ha dato vita a dei fattori positivi. Ci è capitato di trovarci al centro dell’attenzione e siamo anche stati oggetto di critiche e polemiche, qualcuno forse l’anno scorso avrà letto di attentati che sono stati fatti, avvelenamento delle piantine, ma vi posso assicurare che la solidarietà di alcuni ambienti, anche da parte di regioni del nord, è stata enorme. Ciò significava che non eravamo più soli, che non stavamo lavorando più solo nel nostro territorio, ma che il progetto della Valle del Bonamico era andato oltre, era arrivato nella mente e nelle conoscenze di gran parte dell’Italia e questo per noi è stato un grandissimo successo, che ha rafforzato questa realtà sul territorio, nella locride e nella Calabria in genere. Abbiamo capito in seguito a questo tipo di operazioni che è necessario creare sempre delle reti e lavorare sempre in cooperazione, non solo tra gli operatori stessi della cooperazione, ma anche con altre realtà. È importante quindi partecipare agli eventi che Libera organizza, e, viceversa, è importante che Libera partecipi agli eventi che organizziamo noi, al fine di aumentare l’interazione, non solo tra di noi, ma anche, ancor più importante, con chi non opera nel settore, con le istituzioni, con le Università. In questa direzione, noi abbiamo intrapreso, come gruppo della locride, un percorso iniziato a settembre circa, quando ancora non sapevamo che Bregantini sarebbe andato via, in risposta agli eventi della strage di Duinsburg. Abbiamo iniziato a lavorare creando questo tavolo attorno a cui abbiamo discusso una teorizzazione di quella che può essere una strategia, un percorso possibile per lo sviluppo locale della nostra Calabria, ma abbiamo anche messo in evidenze quali sono i fatti concreti, le opere concrete. 122 RETELEADER
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Maria Concetta Manfredi ARSSA Calab
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Becattini G. e Omedei Zorini L., Id
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Commissione Europea (CE), Attuazion
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Graziani A., a cura di, L’economi
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