L'altra agricoltura… - Inea
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dell’agricoltura calabrese rispetto a quella siciliana. Però devo dire che accanto alle ombre ci sono luci e grandi<br />
potenzialità per l’agricoltura calabrese.<br />
Io faccio un piccolo appunto per quanto riguarda l’Apicoltura: io sono un apicoltore alle prime armi e gli apicoltori<br />
che lavorano nel settore da tanti anni dicono che il miele di fiori d’arancio calabrese proprio per la varietà<br />
agrumicola è unico al mondo, tanto che molti siciliani vengono a collocare proprio nella piana di Gioia<br />
Tauro e Lametino le loro arnie.<br />
Il mio intervento è sintetico, ma ha l’obiettivo di orientare il discorso su alcuni punti fondamentali, innanzitutto<br />
sul rapporto con il territorio e sugli aspetti di un’economia sostenibile e solidale.<br />
Allora se consideriamo che storicamente in alcuni territori la mafia nasce nelle aree rurali e che la terra è stata<br />
in passato simbolo di potenza e di controllo della malavita sui destini della gente e continua purtroppo ad<br />
essere in piccole realtà fonte di prestigio sociale, il recupero di quei terreni che sono stati acquisiti illegalmente<br />
da mafiosi e la loro destinazione a cooperative sociali, la loro rinascita produttiva, sono un preciso e<br />
perentorio segnale di vittoria realizzato anche attraverso un nuovo ruolo dell’agricoltura, quello di essere veicolo<br />
della cultura della legalità e che indirettamente va a potenziare le reti e i servizi di protezione sociale.<br />
In questi progetti agricoli il nucleo centrale è non solo la natura delle risorse economiche utilizzate, ma lo stesso<br />
bene confiscato e la struttura organizzativa di queste aziende, quindi la struttura cooperativa.<br />
Il modo di fare economia è improntata ad una visione etica del rapporto con il territorio.<br />
La cooperativa fin da subito si è data una missione ben precisa con tre obiettivi:<br />
1. creare nel comparto agricolo un rinomato spirito di iniziativa imprenditoriale proprio perché quel comparto<br />
era fortemente penalizzato da scelte sbagliate degli operatori;<br />
2. stimolare le politiche agricole verso un concetto di sviluppo del territorio;<br />
3. stimolare nuove forme di cooperazione e tenere alta l’attenzione antimafia.<br />
La cooperativa opera in una zona ad elevata emergenza socio-economica con un’attività che si prefigge di<br />
raggiungere, accanto ad obiettivi di carattere economico e in virtù del loro modo etico e trasparente di essere<br />
organizzati, il fine più complesso del cambiamento di mentalità. Questa volontà di cercare di trasformare il<br />
pensiero comune ci rende dignitosi e viene concretizzata grazie alle possibilità di stimolare un sistema di rete<br />
fra società civile e istituzioni in cui ogni soggetto coinvolto non eserciti più la passiva funzione della legalità,<br />
come è avvenuto purtroppo in passato, ma si assume le proprie responsabilità guardando al territorio con<br />
occhi nuovi.<br />
Che cosa intendo quando dico di guardare al territorio con occhi nuovi? Vedere il territorio come il fondamento<br />
di un impegno comune a costruire identità positive, quindi è qualcosa che deve essere ancora realizzato, che<br />
deve divenire. Il territorio non va più visto come un luogo di contraddizioni o di dolorose scissioni tra il nostro<br />
essere e il nostro dover essere. Questo è quello che io sento dire spesso tra gli operatori del settore, tra<br />
i calabresi in genere c è sempre questa scissione tra ciò che siamo e quello che dovremmo essere.<br />
Sul piano delle relazioni di partenariato, nei suoi tre anni di vita la cooperativa è stata al centro di lavoro con<br />
vari attori: la prefettura, la chiesa locale, esponenti del mondo delle banche, associazioni libere, oltre l’associazione<br />
Libera, imprenditori. Tutti impegnati con diversi strumenti a sostenere, su quei terreni agricoli tol-<br />
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