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L'altra agricoltura… - Inea

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e in modo diverso dal passato gli aiuti diretti non al prodotto, ma a servizi reali che possono essere resi nelle<br />

aeree rurali. Cioè si tratta di recuperare e ammodernare le vecchie forme contadine con cui ci si difendeva<br />

dagli stessi processi biologici, oppure si irrigava e si organizzavano gli usi civici nelle proprietà collettive,<br />

si faceva una cooperazione di servizi alle persone. Nell’esperienza di cooperazione della fine dell’Ottocento,<br />

le cooperative nascevano proprio per fornire servizi alle persone.<br />

Se noi andiamo a vedere l’origine del nostro movimento contadino vediamo un forte intreccio tra una solidità<br />

di meccanismi solidali ai fini produttivi e allo stesso tempo di erogazione di servizi. Tutto questo si faceva<br />

senza che fosse prevalente il dilemma profit/non profit, senza pensare al profitto, ma attraverso meccanismi<br />

in cui i processi di riproduzione delle risorse naturali e culturali erano molto presenti.<br />

Si è parlato di distretto rurale, che è diverso del distretto industriale, perché ha a che fare con risorse naturali.<br />

Il distretto industriale non ha niente a che vedere con la conformazione delle risorse naturali, mentre,<br />

al contrario, il distretto rurale è tale proprio perché ha questa specificità: l’elemento centrale al suo interno<br />

è la solidarietà, l’elemento solidale credo che sia lo strumento principe su cui basare ogni azione.<br />

Io credo che questi processi da tempo evidenti, ma scarsamente indagati, manifestino un elemento importante,<br />

che vorrei proporre come ulteriore indagine e confronto: una crisi profonda delle vecchie forme della<br />

rappresentanza sociale in agricoltura. Le rappresentanze attualmente sono legate al paradigma della modernizzazione<br />

dell’agricoltura industrializzata e non sono in grado di agire attraverso percorsi nuovi, perché<br />

suppongono un adeguamento strategico faticoso. Si pensi alla CIA, Coldiretti, Confagricoltori, per questi soggetti<br />

dover riadeguare il proprio modello strategico organizzativo a realtà simili, è una fatica notevole in<br />

quanto la loro struttura è consolidata, rigida. Esse sono ancorate ad un sistema di servizio, anche di confronto<br />

con le istituzioni di un certo tipo di modello di agricoltura, che ormai è superata.<br />

Chi realizza esperienze innovative, non è rappresentato adeguatamente dalle organizzazioni tradizionali, e<br />

di questo risentono in qualche modo anche le reti, per questo motivo anche spesso accade che le reti svolgano<br />

una funzione di supplenza in termini anche di rappresentanza. Questi nuovi percorsi hanno bisogno di una<br />

rappresentanza forte. Io proporrei di sorvegliare le logiche distrettuali in quanto, essendo generatrici di rapporti<br />

di reciprocità, potrebbero costituire la nuova modalità di rappresentanza. Quindi dovremmo analizzare<br />

questi percorsi per comprendere come potrebbero evolvere in seguito.

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