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L'altra agricoltura… - Inea

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della vita quotidiana. Una cosa interessante è che, anche se con caratteristiche diverse, le esperienze di<br />

questo tipo di autodifesa, di resistenza, sia da parte dei produttori, sia da parte dei consumatori, si stanno<br />

sviluppando un po’ in tutto il mondo e stanno incominciando a nascere delle esperienze di scambio di conoscenze<br />

a livello mondiale.<br />

Nei prossimi giorni in Francia, vicino Marsiglia, ci sarà un incontro organizzato da una rete che si chiama<br />

“Urgency”, che è nata in Francia e che cerca di collegare le cosiddette CSA (Community Support on Agricolture)<br />

ovvero quelle esperienze che vedono gruppi di consumatori che adottano un contadino e che prenotano<br />

una quota del raccolto, condividendo con il contadino rischi e vantaggi: se il raccolto va bene avranno<br />

una quota più alta, altrimenti avranno una quota più bassa. Esperienze di questo tipo si possono trovare in<br />

Francia, in Giappone, in Canada, ognuna ha le sue espressioni, si organizza in modo diverso attraverso reti<br />

e retine, però comincia ad esserci una percezione di queste esperienze a livello mondiale e si cerca, attraverso<br />

questi incontri, di scambiarsi esperienze.<br />

Per tornare ai GAS, un altro elemento importante che stanno innescando riguarda la trasformazione sociale<br />

che in qualche modo stanno realizzando. Naturalmente non parliamo di trasformazione sociale nella loro<br />

organizzazione, ma di una trasformazione sociale nel modo di fare, nelle modalità che essi adottano nell’acquisto.<br />

Tra fare la spesa al negozio, al mercato o al supermercato, si sta diffondendo un’altra pratica che è proprio<br />

quella proposta dai gruppi di acquisto solidali.<br />

Abbiamo visto che è difficile definire che cos’è un GAS. Sono esperienze strane, diverse, ognuna è fatta a modo<br />

suo, però allo stesso tempo vediamo che questa esperienza si può diffondere, si può modificare attraverso<br />

la conoscenza diretta e il contatto.<br />

Ora, ci si chiedeva anche nell’analisi dei risultati dell’indagine, come mai ci sono più gas al Nord piuttosto che<br />

al Sud? La risposta vera non la conosco.<br />

Altra questione aperta dallo studio sui GAS riguarda la certificazione, formale o informale, dei GAS stessi. Secondo<br />

me, nell’analisi dei gruppi d’acquisto, siamo di fronte ad una trasformazione sociale con tutte le sue<br />

varianti e i suoi ibridi. La prima risposta data per spiegare la nascita di questi gruppi riguardava l’esigenza<br />

di cambiare modelli di consumo. È una risposta molto forte. Ci sono poi molte forme di organizzazione, come<br />

ci si organizza, come ci si costituisce, il tipo di produttori che si preferiscono, e tutto ciò ne accresce le varianti<br />

e le differenze.<br />

In ogni modo questo tipo di esperienze sono interessanti perché racchiudono una serie di principi all’interno<br />

dei propri acquisti, ed è lì che ci si scontra e ci si confronta all’interno del gruppo. Sui principi si è tutti d’accordo,<br />

però poi quello attraverso il quale si effettuano le scelte fa emergere quanto un soggetto sia disposto<br />

ad andare in una direzione piuttosto che in un’altra.<br />

Infine le diverse risposte fornite dai GAS per quanto riguarda il sostegno pubblico è dovuta alle ragioni che<br />

dicevo prima: sono esperienze fragili che si basano sul volontariato, che nascono e che muoiono. Tra quei 300<br />

gruppi a cui è stato mandato il questionario, quelli che non hanno risposto forse non lo hanno fatto perché<br />

quel gruppo non c’era più e, allo stesso tempo, forse ne sono nati altri e noi non lo sappiamo. Per tutti c’è<br />

172 RETELEADER

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