L'altra agricoltura… - Inea
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Quello che è interessante è vedere, non solo le diverse caratteristiche di questi nuovi mercati, ma anche i<br />
processi evolutivi che derivano dall’ampliamento di queste esperienze. Il progetto regionale del “mercatale”,<br />
è un progetto di filiera corta rivolto a promuovere lo sviluppo delle filiere stesse, all’interno delle quali si<br />
collocano i mercati.<br />
Nella prima fase è stata effettuata la sperimentazione di questi progetti pilota rappresentati dai mercati. Ne<br />
sono stati istituiti due, fortemente sostenuti sul piano finanziario con cifre molto elevate. Anche le strutture,<br />
gli allestimenti sono stati finanziati per renderli anche esteticamente uniformi. Su questo tipo di iniziativa è<br />
stata fatta una intensa azione di comunicazione, da parte degli Assessori regionali. In particolare, Susanna<br />
Cenni ha fatto una propaganda pubblicitaria incredibile, tanto da portarli al Salone Del Gusto nel 2006, dove<br />
c’era un intero padiglione destinato al mercatale, in cui sono stati portati fisicamente tutti i produttori.<br />
Adesso siamo nella fase di attuazione del progetto. Nel maggio 2007 c’è stato un bando per il finanziamento<br />
di queste iniziative: i mercati, lo spaccio dei produttori, i punti di filiera, i punti vendita ecc. Però l’iniziativa<br />
più importante, dove si vuole investire di più, è proprio questa dei mercati.<br />
I soggetti che vengono individuati come coordinatori dei mercati sono le amministrazioni pubbliche provinciali.<br />
Al bando hanno partecipato 72 enti locali, e tra questi sono stati finanziati 67 progetti. Attualmente c’è<br />
grande fermento, c’è una grande animazione e mobilitazione generale da parte delle amministrazioni provinciali,<br />
che stanno tutte cercando di mettere su i mercati, anche senza produttori. La politica è quella di aderire<br />
sperando in seguito di individuare i produttori!<br />
A parte le modalità con le quali si implementeranno queste pratiche, c’è da dire che comunque siamo in una<br />
fase in cui questo passaggio, questo cambiamento che si è innescato, è stato motivo di rivitalizzazione importante,<br />
ha sviluppato un intenso dibattito all’interno del movimento dei produttori che partecipano ai mercati,<br />
e quindi si sta portando avanti una forte riflessione, che trascina con se tante questioni: che significato dare a<br />
queste iniziative, quali sono i valori che stanno alla base, quali possono essere i modelli organizzativi, etc.<br />
Quanto detto ha innescato anche un dialogo con le istituzioni pubbliche, a livello locale, dove devono essere<br />
risolti tanti problemi. Importante è l’incursione, in particolare nell’ultimo anno, della ASL nei vari mercati. Ci<br />
sono problemi reali da gestire, in parte attraverso una negoziazione a livello locale, in parte in una dimensione<br />
più verticale, a livello regionale. Questo è quello che sta caratterizzando l’esperienza toscana.<br />
A questo punto quello che ci sembra l’unico contributo originale che l’esperienza da noi presentata può dare<br />
alla discussione, è quello di far emergere che è in atto un processo di riorganizzazione e di ridefinizione<br />
di questo tipo di esperienze, grazie al coinvolgimento delle istituzioni. Nel caso dei mercati, forse meno per<br />
i GAS, infatti, c’è un contatto con le istituzioni, che diventa una vera e propria negoziazione per risolvere<br />
dei punti nodali. Fare un mercato presuppone avere un certo numero di produttori disponibili, che dispongano<br />
di una certa quantità di prodotto e di tempo per partecipare al mercato stesso. È grottesco ciò che si sta verificando<br />
sul territorio: da una parte ci sono mercati deserti perché non ci sono i produttori, e, dall’altra parte,<br />
ci sono produttori spaesati e disorientati.<br />
È importante anche chiarire le finalità che devono avere questi mercati. I mercati possono avere caratteristiche<br />
molto diverse. Possono essere mercati contadini, mercati del biologico, mercati delle produzioni locali non ne-<br />
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