L'altra agricoltura… - Inea
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Figura 1<br />
Abbiamo creato un’estensione sovrapponibile agli ambiti, perché gli ambiti urbani rappresentano, in base<br />
alla legge 328, esattamente il sistema socio sanitario integrato. Se noi vogliamo fare multifuzionalità e integrazione<br />
territoriale, non possiamo avere questa sovrapposizione. Quando negoziamo con i servizi, non<br />
dobbiamo dimenticare di considerare i processi di inclusione, altrimenti rischiamo di realizzare solo l’alternativa<br />
ai servizi socio-sanitari, mentre il nostro obiettivo è l’integrazione, non creare alternative.<br />
Grazie alla sovrapposizione attuata durante la prima fase di lavoro, abbiamo rafforzato le reti di comunità,<br />
ora c’è consapevolezza del fatto che non solo esiste il distretto rurale, ma esiste la comunità stessa. (figura 2)<br />
Abbiamo mandato i ragazzi che vivono sul territorio e che lavorano in queste realtà, nelle aziende e nelle cooperative,<br />
nelle case, facendo tranquillamente a meno degli educatori. Abbiamo attivato una contaminazione<br />
territoriale non su grandi temi o enunciazioni di principio, ma su argomenti semplici, come l’ospitalità, termine<br />
fortemente connesso all’alleanza. Se nessuno offre ospitalità, vuol dire che ancora esiste una distanza<br />
da colmare.<br />
Altro elemento importante è la trama ambientale nei distretti rurali: l’ambiente va trattato come approccio sistemico.<br />
Ecco perché viene posta enfasi sulla riscoperta delle terre ad uso civico, luoghi dove la popolazione<br />
locale si incontrava, come i lavatoi, i crocevia, le vie interpoderali. Anche gli animali vanno considerati come<br />
risorsa relazionale.<br />
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