L'altra agricoltura… - Inea
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nuove modalità di produzione, tenta di riappropriarsi del ruolo da cui era stata estromessa e di riacquisire il<br />
controllo della filiera.<br />
Anche sul fronte dei consumatori si sono affermate delle pratiche di resistenza, in particolare in risposta alle<br />
crescenti disuguaglianze economiche e sociali che l’attuale modello di globalizzazione economica produce.<br />
L’atto di acquisto di prodotti leggeri, vicini, sani, giusti e durevoli diventa precisa scelta politica e il quadro<br />
teorico di riferimento è quello dell’economia solidale che si “propone di democratizzare l’economia locale,<br />
di legittimare l’economia non mercantile, di valorizzare gli scambi non monetari ed informali” (Biolghini,<br />
2007).<br />
Nell’ambito delle pratiche di resistenza, la filiera corta rappresenta una modalità in cui l’incontro tra produttori<br />
e consumatori si realizza permettendo sia la conoscenza della storia e dell’identità dei prodotti sia un<br />
maggior reddito per i produttori e, generalmente, anche un risparmio per i consumatori. Le modalità in cui<br />
la vendita si può articolare sono: direttamente in azienda/agriturismo; on-line; nei mercati dei produttori<br />
(farmers market); ai Gruppi di Acquisto Solidali (GAS), altro (ai ristoranti, alle mense, ecc.).<br />
In particolare, in questo contributo, vengono analizzate le modalità di costituzione e di funzionamento dei<br />
GAS nonché il ruolo che questi hanno nell’affermazione di “altre” modalità di produzione e consumo. L’analisi<br />
presentata è frutto di una ricerca, realizzata dall’unità locale del Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica<br />
dell’Università della Calabria, nell’ambito del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale “Reti Sociali innovative<br />
per lo sviluppo rurale sostenibile”. I GAS sono, come si legge nel loro documento base (1999), “un<br />
gruppo di persone che decide d’incontrarsi per riflettere sui propri consumi e per acquistare prodotti di uso<br />
comune, utilizzando come criterio guida il concetto di giustizia e di solidarietà. La finalità di un GAS è provvedere<br />
all’acquisto di beni e servizi cercando di realizzare una concezione più umana dell’economia, cioè<br />
più vicina alle esigenze reali dell’uomo e dell’ambiente, formulando un’etica del consumare in modo critico<br />
che unisce le persone invece di dividerle, che mette in comune tempo e risorse invece di tenerli separati, che<br />
porta alla condivisione invece di rinchiudere ciascuno in un proprio mondo (di consumi)”. La loro stessa definizione<br />
chiarisce la posizione assunta dai partecipanti (i gasisti) nei confronti del modello di consumo dominante.<br />
La sottolineatura della necessità di consumare criticamente e la riscoperta della socialità sono elementi<br />
che, al di là delle definizioni e delle affermazioni di principio, si è voluto approfondire per comprendere<br />
quali trasformazioni si stanno producendo e come queste possano sostenere un modello di produzione<br />
agricolo “contadino, ecologico e durevole”.<br />
La ricerca, articolata in più fasi, ha implicato oltre alla raccolta e all’analisi della letteratura sulla filiera corta,<br />
la raccolta del materiale prodotto direttamente dai GAS, la realizzazione di un focus group con componenti<br />
di GAS e di produttori toscani, la realizzazione di interviste con componenti dei GAS del Lazio, del Piemonte<br />
e, naturalmente, della Calabria. Si è, inoltre, realizzata una survey nazionale, nel periodo settembre-dicembre<br />
2006. Il campione d’indagine è stato di 342 GAS che sono stati individuati, oltre che attraverso la rete<br />
GAS nazionale, tramite la partecipazione a convegni, lettura di materiale documentale e libri. Chiaramente<br />
questo dato, che si riferisce alla fine del 2006, sottostima l’attuale numero dei gruppi che è in continuo<br />
aumento, confermando la tendenza in atto negli ultimi anni. I questionari validi sono stati 113.<br />
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