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L'altra agricoltura… - Inea

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SINTESI DEL WORKSHOP<br />

DI MONICA CAGGIANO<br />

Il workshop ha offerto lo spazio per una riflessione sui cambiamenti in atto nella cultura contadina. Gli<br />

allarmi legati alla sicurezza alimentare, il diffondersi del cibo OGM, la distruzione del paesaggio, mostrano<br />

la necessità di un’inversione di marcia di un cambio paradigmatico perché la sostenibilità e la solidarietà<br />

non sono delle accezioni addizionali di un’altra agricoltura, ma sono degli elementi che sono nell’agricoltura.<br />

In questo senso bisogna fare una rivoluzione che sia di tipo bensoniano, quindi una sorta di ecologia<br />

della mente che riporti l’ecologia al centro di quella che è la sostenibilità. Nel suo intervento Osvaldo<br />

Pieroni ha fatto riferimento al triangolo della sostenibilità così come viene convenzionalmente costruito:<br />

l’immagine richiama l’economia, la società e l’ecologia, come parti della sostenibilità. Ma, in realtà, l’economia<br />

domina il nostro immaginario, non solo quello economico, ma anche l’immaginario culturale. I<br />

nostri stili di vita e di consumo, infatti, sono dominati da una logica economica.<br />

È necessario compiere un salto paradigmatico, a partire dalla riflessione sulle pratiche. Ascoltando l’esperienza<br />

degli Orti di Pace, portata avanti dall’Istituto di Cesena, abbiamo seguito il processo di trasformazione<br />

di un’azienda agricola che oggi mette in rete le esperienze degli orti scolastici. Il cambiamento deve<br />

passare anche attraverso la scuola. L’orto non è solo un momento di educazione alimentare o didattica sul<br />

racconto di una agricoltura contadina tradizionale, ma è anche un’esperienza in cui si aiuta a far crescere<br />

nei ragazzi la consapevolezza dei processi naturali, attraverso le relazioni con la terra, con i cicli della<br />

natura. Con l’esperienza vissuta negli orti di pace viene recuperato un sistema che è stato interrotto con<br />

l’era dell’agricoltura industriale. Il fatto che oggi un bambino non sappia da dove nasce una mela, rappresenta<br />

uno dei paradossi della nostra società che si dice della conoscenza, e che nello stesso tempo fa perdere<br />

a quel bambino la conoscenza della vita stessa. Con l’esperienza degli orti di pace, ci troviamo di<br />

fronte ad un’esperienza che Benson definirebbe di ecologia della mente, con un forte valore educativo.<br />

L’esperienza dell’associazione “L’ombra del Mediterraneo”, è nata da un’azienda agricola che produce<br />

olio. Recentemente quest’associazione ha contribuito al recupero di una percezione dell’agricoltura integrata.<br />

La filosofia dell’associazione è quella per cui chi fa agricoltura fa anche cultura in quanto produce<br />

delle relazioni che investono l’ambito culturale. Questa associazione ha preso come strumento l’ulivo, che<br />

lega i popoli del mediterraneo, e ha valorizzato questo nesso tra l’agricoltura e la cultura, organizzando,<br />

ad esempio, mostre d’arte negli uliveti.<br />

Entrambe le esperienze presentate hanno sottolineato che l’estetica che scaturisce dalle loro azioni è l’estetica<br />

del bello, perché nel momento in cui si recupera il legame con la terra come sacralità, anche l’estetica<br />

viene recuperata e, di conseguenza, si coglie quella che poi è la bellezza di una cultura contadina. La multifunzionalità<br />

è da sempre un concetto proprio dell’agricoltura tradizionale. Oggi è forte il bisogno di intervenire<br />

per rafforzare l’integrazione sistemica dell’agricoltura tradizionale.<br />

RETELEADER 191

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