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L'altra agricoltura… - Inea

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La spesa media mensile si attesta per circa l’80% dei gruppi sotto i 2000 euro; per il 12% arriva fino ai 3000<br />

euro, per il 6% fino a 5000 e il restante 2% si divide tra quelli che arrivano ai 10.000 euro e quelli che li superano.<br />

È plausibile ritenere che la relativa recente costituzione di molti gruppi, nonché la frequente scelta<br />

di sdoppiare il GAS, quando arriva ad essere costituito da un numero di famiglie considerato troppo elevato<br />

per una gestione efficace (in termini di acquisti ma anche di capacità di sviluppare relazioni sociali consolidate<br />

tra i suoi componenti), limitano la possibilità di acquistare un alto quantitativo di prodotti. Il pagamento<br />

dei prodotti è nella maggioranza dei casi effettuato alla consegna, ma si segnala comunque che circa il 10%<br />

dei gruppi effettua pagamenti anticipati, in questo richiamando l’esperienza della Community Supported<br />

Agricolture anglosassone.<br />

I principali problemi incontrati dai GAS riguardano: la partecipazione attiva di tutti i componenti del gruppo<br />

(“Il problema è rendere ogni aderente al gruppo responsabile della gestione condivisa di tutte le attività organizzative”)<br />

e la necessità di adottare delle modalità organizzative che facilitino il coinvolgimento, in particolare<br />

nei gruppi più numerosi (“Problemi di tipo organizzativo per coordinare il grande numero di persone<br />

che gravitano nel nostro GAS”); la distribuzione logistica è un’altra questione rilevante, in quanto vi sono<br />

difficoltà sia per i trasporti delle merci che per individuare i luoghi di consegna, che sono di norma affrontate<br />

sulla base di disponibilità individuali dei gasisti (“La necessità di fronteggiare problemi di ordine logistico:<br />

trasporti, conservazione dei prodotti prima della consegna ecc.”). Infine, nonostante la maggior parte<br />

dei gasisti partecipino a questa esperienza per cambiare modello di consumo, non è facile modificare le proprie<br />

abitudini d’acquisto e imparare ad acquistare non tutti i giorni ma secondo una programmazione delle<br />

proprie esigenze nel tempo (“La necessità di cambiare le proprie modalità di approvvigionamento dei prodotti<br />

di consumo, in particolare per quanto riguarda la periodicità e gli acquisti all’ingrosso”).<br />

Si è chiesto ai GAS se ritenessero utile un supporto da parte dell’ente pubblico. La maggioranza dei gruppi valuta<br />

positivamente un eventuale sostegno, in particolare chiedono, in coerenza con i problemi su elencati, interventi<br />

per le infrastrutture logistiche (si va dalla messa a disposizione di una sede, a spazi per lo smistamento<br />

dei prodotti e per la realizzazione di iniziative e dibattiti), la realizzazione di iniziative che sostengano/facilitino<br />

la filiera corta, nonché campagne informative, dibattiti e seminari sui temi del consumo critico e,<br />

più in generale, dell’economia solidale. Una decina di gruppi non si sono espressi al riguardo mentre circa una<br />

trentina hanno esplicitamente risposto di non volere contributi/sostegni dell’ente pubblico. Dalle risposte date<br />

sembra emergere il timore che la presenza del pubblico possa limitare la loro autonomia (“Il Gas si regge<br />

sull’iniziativa dei singoli partecipanti, che in maniera consapevole e responsabile mettono a disposizione il loro<br />

tempo e le loro competenze per rendere possibile questa esperienza. L’aiuto esterno (...) snaturerebbe la<br />

vita di un gruppo come questo che si fa forza della propria autonomia e capacità di collaborazione”).<br />

I GAS hanno già attivato autonomamente iniziative volte sia alla promozione e/o partecipazione a dibattiti,<br />

fiere e manifestazioni pubbliche sui temi del consumo critico, dell’agricoltura biologica, dell’economia solidale<br />

sia alla costituzione/partecipazione a reti, sia con altri gruppi che con altri soggetti. Il 91% dei GAS che hanno<br />

risposto al questionario aderisce, infatti, alla rete GAS nazionale; a livello locale sono nate le “retine” che<br />

riuniscono i gruppi presenti nello stesso territorio (ad esempio, la retina della Brianza). Il 75,7% degli inter-<br />

164 RETELEADER

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