volume - Camera dei Deputati

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Margherita Cerizza - Marco Mazzarella
cui avrebbe avuto accesso se il G.i.p. avesse ritenuto l’inapplicabilità della sospensione
alla fase delle indagini preliminari, atteso che,con il sollevamento della questione
l’attività di indagine rimane comunque sospesa (salvi solo gli “atti urgenti” ex art. 3,
comma 3, c.p.p.), a tutto detrimento dell’efficacia del procedimento ed in particolare
dell’esercizio dell’azione penale, con potenziali pregiudizi, peraltro, anche a danno
dell’imputato, che non potrebbe comunque beneficiare della raccolta di prove a discarico
da parte dell’accusa. Senza considerare, poi, che la sospensione per questione di legittimità
costituzionale determina una situazione quasi identica, sul piano degli atti di
indagine espletabili, a quella che si crea applicando il Lodo, appunto quella che si vorrebbe
evitare instaurando il giudizio incidentale.
Prediligendo dunque un sommesso non liquet circa le ragioni che possano aver indotto
il G.i.p. a farsi giudice a quo, peraltro per primo (giacché le due ordinanze milanesi
sono una successiva e l’altra coeva), sia qui consentito formulare l’auspicio che la Corte
scelga una risoluta pronuncia di manifesta inammissibilità.