volume - Camera dei Deputati

Le immunità: profili di diritto penale sostanziale
le norme generali del diritto internazionale generalmente riconosciute". Tra di esse, le
più rilevanti riguardano:
– Il Sommo Pontefice, il quale, in virtù della sua particolare posizione spirituale consacrata
nell’art. 8 del Trattato Lateranense, beneficia di un’immunità assoluta, sostanziale
e processuale che abbraccia anche gli atti extrafunzionali.
– I Capi degli Stati esteri godono di prerogative assimilabili a quelle del Sommo
Pontefice.
– I Capi dei Governi stranieri e i Ministri di altri Paesi o i rappresentanti degli stessi
in conferenze o organizzazioni internazionali godono di immunità per i reati commessi
nell’esercizio della loro funzione. Essa è ritenuta di natura sostanziale e perdura anche a
carica cessata.
– Gli agenti diplomatici accreditati fruiscono di un’immunità sostanziale, che persiste
alla cessazione della pubblica funzione ma è limitata agli atti funzionali.
– Ai consoli spetta un trattamento analogo agli agenti diplomatici, ma i benefici sostanziali
sono limitati alle condotte realizzate nell’esercizio delle funzioni e ai reati meno
gravi.
– I Membri del Parlamento europeo godono, nel paese in cui sono cittadini, delle
stesse prerogative che competono ai parlamentari nazionali e, negli altri Stati membri,
dall’esenzione da ogni procedimento giudiziario e da ogni provvedimento di detenzione,
salvo il caso di flagranza o di delibera dell’assemblea in ordine alla deroga all’immunità.
– I giudici della Corte dell’Aja e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Norme
specifiche dei protocolli istitutivi disciplinano le relative peculiari immunità funzionali.
– I Militari stranieri sono assoggettati alla giurisdizione dello Stato di appartenenza
in relazione ai reati commessi in servizio.
3. Ciò che non va trascurato dal penalista è il problema connesso alla natura giuridica
delle immunità perché la sua soluzione incide sulla disciplina concretamente applicabile
al caso concreto.
Il dibattito si incentra su un’opzione di fondo: le immunità costituiscono una categoria
unitaria o piuttosto una pluralità composita di species di differente natura giuridica
ma aventi l’apparente effetto comune di sottrarre l’immune al potere coercitivo dello
Stato?
Secondo l’orientamento tradizionale, tutti i fenomeni di immunità sono espressione
di una medesima natura giuridica, sulla quale, però, non vi è unanimità di vedute.
La tesi più rigorosa ritiene che le immunità costituiscano un limite all’efficacia obbligatoria
della legge penale sancita dall’art. 3 c.p.: le persone che beneficiano
dell’immunità sarebbero sottratte all’imperio della legge stessa in ragione della posizione
preminente che rivestono nell’ordinamento. Nonostante il disposto dell’art. 3 c.p.
parli effettivamente di “eccezioni”, tale tesi non può essere accolta. Le persone che fruiscono
di dette prerogative, infatti, non sono affatto legibus solutae ma, anzi, proprio per
la posizione che ricoprono, sono vincolate all’osservanza della legge. Tale assunto appare
avvalorato dal fatto che le disposizioni di cui agli artt. 54, comma 2 e 91 Cost. ribadiscono
per gli immuni il dovere d’osservanza della legge e dei regolamenti della Stato.
Per analoghe ragioni va respinto il tentativo di ricondurre le immunità alveo della categoria
della incapacità penale, intesa come incapacità di essere soggetti di diritto penale.
Tale concezione, in primo luogo, lega l’immunità alla qualifica del soggetto e non
alla funzione, facendone un privilegio personale. In secondo luogo, essa accomuna in
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