volume - Camera dei Deputati

Album e figurine: l’intrinseca irragionevolezza del lodo empiricamente dimostrata
4. La terza figurina della mia raccolta reca una didascalia: evocazioni strumentali.
Rimanda all’idea – avallata anche nella sent. cost. n. 24/2004 – che lo strumento della
sospensione processuale sia «misura [che] appare diretta alla protezione della funzione» 5 .
Idea che, a mio avviso, mal si concilia soprattutto con l’applicazione della sospensione processuale
anche per reati commessi anteriormente all’assunzione dell’Alta carica.
Possiamo immaginare, ad esempio, il caso di un imprenditore televisivo presidente di
un importante club calcistico che, per realizzare la campagna acquisti della sua squadra,
ne falsa i bilanci societari. A distanza di anni, da presidente di club egli diventa (anche)
Presidente del Consiglio e, in ragione di ciò, si vede esentato temporaneamente dall’accertamento
dibattimentale di quel risalente reato.
Dunque, abbiamo un reato comune commesso da un cittadino comune che, in considerazione
della funzione pubblica ora (ma non allora) ricoperta, viene retroattivamente
sottoposto ad una disciplina processuale addirittura più favorevole di quella prevista per
reati funzionali 6 .
Evocare, a giustificazione di ciò, la sopravvenuta titolarità della carica è davvero
strumentale: nelle ipotesi di processi penali già in corso prima dell’assunzione dell’Alta
carica o di processi penali per reati commessi antecedentemente al mandato istituzionale,
non c’è alcuna differenza apprezzabile tra i “fantastici quattro” ed un comune mortale.
Davvero, in questi casi, la (sopravvenuta) coincidenza della condizione di imputato e
di titolare pro tempore della carica apicale si rivela per quel che in realtà è: non un presupposto,
una condizione, un limite, un fondamento della sospensione processuale, ma
un mero pretesto.
5. La successiva figurina riproduce il parlamentare titolare di un’Alta carica dedito
all’uso di sostanze stupefacenti (un modo come un altro per reggere lo stress di una responsabilità
politica apicale). Ipotizziamo che egli venga colto nell’atto di detenerne una
quantità tutt’altro che modica. Quid iuris?
Ai sensi dell’art. 380 del codice di rito penale, è previsto l’arresto obbligatorio da
parte della polizia giudiziaria. Di ciò verrà data immediata comunicazione al pubblico
ministero, che nelle successive 48 ore chiederà al giudice la convalida dell’arresto, ottenendola.
La possibilità di arrestare il titolare pro tempore dell’Alta carica è fuori discussione
7 : il lodo fa cadere in letargo la fase dibattimentale, non tutto ciò che la precede,
provvedimenti cautelari compresi; inoltre il regime costituzionale dell’immunità penale
non richiede alcuna previa autorizzazione se il parlamentare – come nella mia figurina –
«sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio
in flagranza» (art. 68, comma 2, Cost.).
Dunque, stando alla l. n. 124 del 2008, dovremmo ritenere che incida di più sulla serenità
del titolare di un’Alta carica dello Stato l’essere sottoposto ad un processo che
non l’essere ristretto in carcere in forza di un valido provvedimento di custodia cautelare.
Ma questo, signori, è Beckett. È puro teatro dell’assurdo 8 .
5 Considerato in diritto, punto 4.
6 Così anche nelle due Memoria costitutive redatte da Alessandro Pace in nome e per conto della
Procura della Repubblica del Tribunale di Milano, rispettivamente in nota 22 (reg. ord. n. 397/2008)
ed in nota 21 (reg. ord. n. 397/2008). Entrambe sono reperibili tra la documentazione predisposta per
il presente seminario in http://www.unife.it/amicuscuriae.
7 Cfr. G. FRIGO, I profili procedurali, in Dir. pen e proc., 2008, 1234.
8 Annoto che per M. CECCHETTI, I profili costituzionalistici, in Dir. pen. e proc., 2008, 1224-1225 la si-
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