Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna
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<strong>di</strong> circa 1cm, non senza rischi: i vapori sprigionati dal piombo incandescente sono altamente<br />
tossici.<br />
La ghisa e gli altri metalli venivano venduti principalmente ad un certo Abalini <strong>di</strong> Mezzaselva<br />
<strong>di</strong> Roana (altopiano <strong>di</strong> Asiago) e al fabbro del paese, che raccoglieva per Briata <strong>di</strong><br />
Arsiero (nei pressi <strong>di</strong> Thiene). A<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quest’ultimo, Abalini si recava a raccogliere<br />
i rottami sul luogo del rinvenimento. Come testimoniano molte interviste, nei perio<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> massima <strong>di</strong>ffusione della raccolta dalla piazza del paese potevano partire anche 3 camioncini<br />
<strong>di</strong> rottami al giorno.<br />
Il rovescio della medaglia stava nell’estrema pericolosità <strong>di</strong> queste operazioni: soprattutto<br />
quanti avevano combattuto la Grande Guerra ritenevano <strong>di</strong> avere gran <strong>di</strong>mestichezza<br />
con gli or<strong>di</strong>gni e perciò avevano l’abitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> svuotare del loro contenuto le bombe inesplose;<br />
come testimoniano le fonti orali, spesso ciò era fatto senza tenere in minima considerazione<br />
il rischio reale dell’operazione.<br />
Vi fu anche chi tentò <strong>di</strong> aprire le bombe a colpi <strong>di</strong> mazza; queste imprudenze causarono<br />
vari feriti ed una morte.<br />
Un altro evento che segnò in questi anni la piccola comunità cimbra <strong>di</strong> <strong>Luserna</strong> fu legato<br />
alle operazioni militari che il governo guidato da Benito Mussolini intraprese in terra<br />
d’Africa. Alla metà degli anni Trenta, convinto che il patto che legava l’Italia a Francia,<br />
Gran Bretagna e Germania (il cosiddetto Patto Mussolini) con il fine <strong>di</strong> una pacifica revisione<br />
dei trattati, gli garantisse il tacito sostegno <strong>di</strong> Francia e Regno Unito, il Duce pensò<br />
alla possibilità <strong>di</strong> attaccare l’Etiopia, l’ultimo grande Paese africano rimasto in<strong>di</strong>pendente<br />
134 . Con la conquista anche per l’Italia <strong>di</strong> “un posto al sole”, la politica governativa pensava<br />
<strong>di</strong> trovare un nuovo impulso all’economia della penisola. Questa terra avrebbe dovuto<br />
essere la meta <strong>di</strong> tanti Italiani che con il contenimento dell’emigrazione verso gli<br />
Stati Uniti si trovavano in una situazione finanziaria vacillante. Inoltre, con una vittoria,<br />
il regime avrebbe guadagnato in patria un consenso maggiore. Il conflitto iniziò il 3 ottobre<br />
1935 e nel maggio del 1936 era già concluso, con l’ingresso delle truppe italiane a Ad<strong>di</strong>s<br />
Abeba e la proclamazione dell’impero 135 . Nel giro <strong>di</strong> pochi mesi molte aziende si erano<br />
trasferite grazie anche ai consistenti contributi emessi dal governo. Asostegno degli<br />
sforzi del regime nella conquista <strong>di</strong> queste terre e per farvi crescere molte industrie, tra il<br />
1935 ed il ’36 partirono per l’Africa Orientale anche 2000 operai trentini. 136<br />
Per quanto concerne <strong>Luserna</strong>, in un pubblico avviso del Comune, datato 26 aprile 1935 137 ,<br />
si legge:<br />
“.. l’On. Commissario per l’emigrazione e la Colonizzazione interna, ha <strong>di</strong>sposto che anche<br />
un certo contingente <strong>di</strong> nostri operai terrazzieri vengano ingaggiati […] nelle Colonie<br />
dell’Africa Orientale Italiana.”<br />
134 A. Desideri, op. cit.<br />
135 G. Carocci, L’imperialismo fascista in Africa, in A. Desideri, op. cit.<br />
136 P. Piccoli, op. cit.<br />
137 ACL, SP, CAAC, 1935, busta VII – 48, fascicolo XI, Avviso pubblico datato 26 aprile 1935.<br />
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