20.05.2013 Views

Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna

Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna

Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Nel corso del ‘500 lo sfruttamento intensivo dei boschi della val Lumiei da un lato, il<br />

<strong>di</strong>ffondersi della fama del santuario de<strong>di</strong>cato a S. Osvaldo dall’altro furono occasione,<br />

per la comunità saurana, <strong>di</strong> frequenti contatti con il mondo esterno. Nel territorio <strong>di</strong> Sauris<br />

si trovavano due boschi ban<strong>di</strong>ti (riservati dalla Repubblica <strong>di</strong> Venezia all’utilizzo del<br />

proprio arsenale). Gli altri boschi <strong>di</strong> proprietà della comunità venivano in parte utilizzati<br />

dalle famiglie locali, in parte affittati a commercianti del posto o forestieri. In ogni caso,<br />

lo sfruttamento boschivo <strong>di</strong>venne per Sauris, come del resto per le altre comunità della<br />

Carnia, fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e <strong>di</strong> lavoro indotto (boscaioli, segantini, addetti alla costruzione<br />

<strong>di</strong> stue e canali per la fluitazione, carradori). Proprio a Sauris sarebbe stata installata, nel<br />

XVI secolo, la prima segheria della Carnia 270 . L’elevata richiesta <strong>di</strong> manodopera dovette<br />

attirare nella vallata nuovi immigrati, come <strong>di</strong>mostra la presenza, nei documenti e nei libri<br />

parrocchiali, <strong>di</strong> nuovi cognomi <strong>di</strong> origine romanza (Petris, Polentarutti, Colle, Somvilla,<br />

Lucchini, Domini).<br />

Nei documenti ecclesiastici ricordati all’inizio le due chiese <strong>di</strong> Sauris <strong>di</strong> Sotto e <strong>di</strong> Sopra<br />

godevano dei medesimi benefici e non appare alcun elemento <strong>di</strong> superiorità dell’una<br />

sull’altra. La parrocchia era unica, retta da un unico pastore che provvedeva alla cura<br />

spirituale dell’intera comunità. Apartire dal ‘500 e per tutto il corso dei secoli XVII e<br />

XVIII, il santuario <strong>di</strong> S. Osvaldo, grazie alla fama taumaturgica della sua reliquia, <strong>di</strong>venne<br />

uno dei centri devozionali più famosi del Friuli, meta <strong>di</strong> pellegrinaggi non solo dalle<br />

località più vicine, ma anche dalle città venete, in particolare da Venezia. I visitatori, oltre<br />

a dotare la chiesa <strong>di</strong> un ricco corredo <strong>di</strong> argenterie e paramenti sacri, lasciavano cospicue<br />

offerte, che avrebbero permesso agli abitanti <strong>di</strong> Sauris <strong>di</strong> Sotto <strong>di</strong> mantenere un nuovo<br />

sacerdote, a vantaggio del paese e dei frequentatori del santuario. Perciò la comunità <strong>di</strong><br />

Sotto, appoggiata da Lateis e dai casali isolati, nel 1637 chiese ed ottenne <strong>di</strong> poter avere<br />

un cappellano residente per tutto l’anno. L’erezione della cappellania <strong>di</strong> S. Osvaldo fu il<br />

primo passo <strong>di</strong> una lunga ed aspra contesa tra le due comunità principali, che sfociò, nel<br />

1809, nel trasferimento della parrocchia da S. Lorenzo a S. Osvaldo 271 .<br />

Nonostante la per<strong>di</strong>ta dell’archivio parrocchiale nell’incen<strong>di</strong>o del 1758, numerosi documenti<br />

conservati soprattutto negli archivi <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne forniscono dati utili a ricostruire la<br />

storia sociale ed economica della comunità tra i secoli XVII e XIX. Si può riscontrare, ad<br />

esempio, che le nascite e le stipule <strong>di</strong> contratti si concentravano in alcuni mesi o perio<strong>di</strong><br />

dell’anno 272 . Questo fenomeno è probabilmente legato all’emigrazione stagionale. Come<br />

in tutta la Carnia, anche a Sauris era <strong>di</strong>ffusa l’emigrazione maschile, che consentiva <strong>di</strong><br />

integrare il magro bilancio delle famiglie. Si verificava così che <strong>di</strong>verse persone, sia giovani<br />

che adulte, lasciassero il paese d’autunno e vi facessero ritorno in tarda primavera o<br />

in estate, per affiancare i familiari nel periodo cruciale dei lavori agricoli. Le mete, le attività<br />

intraprese, la quantità <strong>di</strong> persone coinvolte subirono dei mutamenti nel tempo. Nel<br />

270 G. Marinelli, Guida della Carnia e del Canal del Ferro. Nuova e<strong>di</strong>zione a cura <strong>di</strong> Michele Gortani, Tolmezzo,<br />

Stabilimento Tipografico “Carnia”, 1924–25, p. 222; M. Toller, Sauris …, cit., p. 15.<br />

271 Per la storia della parrocchia <strong>di</strong> Sauris e del santuario <strong>di</strong> S. Osvaldo, si veda A. Tilatti, La parrocchia <strong>di</strong><br />

Sauris …, cit., pp. 63–90.<br />

272 A. Fornasin, La vita economica a Sauris tra Seicento e Settecento , in D. Cozzi – D. Isabella – E. Navarra (a<br />

cura <strong>di</strong>), Sauris/Zahre …, cit., pp. 97–98.<br />

184

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!