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Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna

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cora oggi, sia pure in forme <strong>di</strong>verse, tutta la sua vitalità. Senza ricorrere a Bauen che già<br />

nel suo libro riporta fra i ricor<strong>di</strong> della gente la descrizione <strong>di</strong> una notte <strong>di</strong> Carnevale 217 riportiamo<br />

<strong>di</strong> seguito quanto è contenuto in una delle registrazioni effettuate per l’archivio<br />

sonoro. 218 Dice l’intervistata che nell’intervista ha preferito usare il “suo italiano”, che tutti<br />

assieme “volevano <strong>di</strong>vertirsi un po’. Il bisnonno raccontava che un anno, per <strong>di</strong>vertirsi<br />

un po’ si sono trovati tutti in piazza a Chiesa. Uno ha portato la zangola con dentro la<br />

panna, neanche da <strong>di</strong>re, e gli altri hanno messo qualcosa, dato qualcosa, hanno sbattuto,<br />

fatto la panna montata, la polenta e hanno ballato in piazza e mangiato polenta e panna<br />

– forse avevano anche due salamini – ma erano tutti insieme fuori in piazza ed erano<br />

contenti, stavano meglio <strong>di</strong> adesso, andavano più d’accordo. Adesso invece no […] è tutto<br />

<strong>di</strong>verso”. Mancano in questa descrizione particolari che troviamo invece in Bauen il<br />

quale parla <strong>di</strong> maschere: “chi si vestiva da sposo, chi da sposa, chi da <strong>di</strong>avolo”, aggiungendo<br />

che il corteo si formava nella frazione più alta e, partendo da quella, scendeva <strong>di</strong><br />

frazione in frazione fino al Grondo passando fra persone <strong>di</strong> tutte le età “un po’ vecchi un<br />

po’ giovani” che si assiepavano lungo il percorso. Chi non aveva altre possibilità si mascherava<br />

indossando semplicemente un sacco ma il <strong>di</strong>vertimento era grande.<br />

Oggi il Carnevale rimellese <strong>di</strong>retto da un comitato organizzatore si celebra ancora . La<br />

festa attira molte persone locali e turisti e in genere si attua con la preparazione <strong>di</strong> un cibo<br />

tipico detto paniccia . Canti musiche e danze vivacizzano l’incontro che costituisce uno<br />

dei motivi <strong>di</strong> attrazione verso il paese che ha bisogno oltre che <strong>di</strong> coraggio e <strong>di</strong> spirito <strong>di</strong><br />

iniziativa della gente dell’apporto economico che può venire dal turismo.<br />

Qualche cenno sul significato delle tra<strong>di</strong>zioni per il rimellese <strong>di</strong> oggi. Rimangono vive<br />

soprattutto quelle legate alla nascita e alla morte. Non solo i nati (rarissimi ormai) <strong>di</strong> chi<br />

abita attualmente a Rimella, ma anche <strong>di</strong> emigrati che, per l’occasione, tornano al paese<br />

<strong>di</strong> origine, vengono battezzati nella chiesa parrocchiale con una commovente cerimonia<br />

che conserva il sapore e il fascino <strong>di</strong> antichissime usanze. Il bimbo viene portato in chiesa<br />

dalla gente, gran<strong>di</strong> e piccini, vestita con il pittoresco costume del luogo. Apre la processione<br />

la madrina che porta sul capo una culla rimellese <strong>di</strong> legno, debitamente addobbata,<br />

in cui è deposto il bimbo che viene ricevuto dal parroco sulla porta della chiesa.<br />

Con la cerimonia che segue, un nuovo cristiano viene a far parte della comunità rimellese;<br />

seguono i festeggiamenti <strong>di</strong> genitori, parenti e amici.<br />

Il culto, molto sentito, dei morti si esprime sia nella veglia funebre in casa del defunto,<br />

dove si radunano gli abitanti del paese per a recita del Santo Rosario; sia nella partecipazione<br />

alle esequie; sia nella cura delle singole tombe al cimitero, che è sempre fiorito; sia<br />

nelle processioni al Campo Santo che il parroco guida in certe occasioni, così come nell’uso,<br />

ancora frequente, <strong>di</strong> far seguire alla S. Messa in suffragio del defunto, una <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>di</strong> sale o zucchero o pane o pasta agli intervenuti. Alle volte, alla fine della veglia<br />

del Rosario, in tempi passati si <strong>di</strong>stribuiva una monetina.<br />

Altra tra<strong>di</strong>zione degna <strong>di</strong> nota è l’”Incanto” che ha luogo dopo la Messa in occasione della<br />

festa del Santo cui è de<strong>di</strong>cata la Chiesa o l’Oratorio. Consiste nella ven<strong>di</strong>ta all’asta del-<br />

217 M. Bauen, op. cit., pag 344<br />

218 Archivio sonoro 2001 (Rim – GE 1.1B)<br />

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