Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna
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schki 1980, e I luoghi della memoria. Cultura e vita quoti<strong>di</strong>ana nelle testimonianze del conta<strong>di</strong>no<br />
valsesiano G. B. Filippa (1778–1838), S. Giovanni in Persicelo (Bo), Fondazione Arch. Enrico<br />
Monti, 1985; ma anche gli articoli rigorosamente documentati pubblicati sulle riviste<br />
Lo Strona, De Valle Sicida, perio<strong>di</strong>co annuale della Società Valsesiani <strong>di</strong> Cultura pubblicato<br />
a Borgosesia (No), sulla rivista del <strong>Centro</strong> Stu<strong>di</strong> Walser <strong>di</strong> Rimella Remmalju, e il già<br />
citato il fascicolo Per una storia <strong>di</strong> Rimella.<br />
Ma chi erano questi Walser rimellesi? Da dove venivano? Già negli autori citati troviamo<br />
che nell’aspro e selvaggio territorio <strong>di</strong> una valle laterale del Mastallone si era stanziato<br />
proveniente dalla Svizzera un piccolo gruppo, <strong>di</strong>venuto sempre più consistente, <strong>di</strong><br />
quei conta<strong>di</strong>ni pastori <strong>di</strong> stirpe e lingua tedesca che, nel quadro delle profonde trasformazioni<br />
economico-politico-sociali e religiose verificatisi in Europa intorno al Mille, colonizzato<br />
il Vallese, avevano dovuto migrare superando il crinale alpino. Che fossero<br />
Alemanni era già sicuro per Rinol<strong>di</strong> il quale, sfatata la leggenda che si trattasse <strong>di</strong> gruppi<br />
<strong>di</strong>spersi <strong>di</strong> guerrieri Cimbri e Teutoni sconfitti da Caio Mario, ricavava quel dato da<br />
considerazioni prevalentemente linguistiche (nel Tittschu non esistevano termini che si<br />
riferissero ad armi belliche), ma anche dal riferimento, come aveva già fatto Manio e faranno<br />
altri, all’art. 55 degli Statuti valsesiani che imponeva a questi “Svizzeri alemanni<br />
l’obbligo <strong>di</strong> prestare giuramento ad ogni nuova potestà e, in caso contrario, “<strong>di</strong> dover tosto<br />
ripartire dalla valle stessa”.<br />
Più complessa invece la questione delle motivazioni che hanno spinto i vallesani ad emigrare,<br />
della data del loro primo inse<strong>di</strong>amento nella piccole valli dell’Enderwasser e del<br />
Landwasser e quella delle <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> penetrazione dei nuovi territori. Per quanto riguarda<br />
le motivazioni, oggi la critica storica più aggiornata propende per quelle <strong>di</strong> natura<br />
economica, lo sfruttamento cioè e la valorizzazione in aree periferiche <strong>di</strong> alta quota<br />
dei gran<strong>di</strong> patrimoni ecclesiastici e laici, nel nostro caso il Capitolo dei Canonici <strong>di</strong><br />
S.Giulio d’Orta, il monastero benedettino <strong>di</strong> S. Graciniano <strong>di</strong> Arona, i conti <strong>di</strong> Biandrate<br />
che possedevano, e certamente si contendevano, alpeggi nel territorio <strong>di</strong> Rimella, già<br />
sfruttati precedentemente come pascolo e abitati solo nel periodo estivo.<br />
Per la data dell’inse<strong>di</strong>amento e le <strong>di</strong>rettrici dell’immigrazione va detto che già Manio,<br />
Rinol<strong>di</strong> e Bauen se ne erano occupati, ma nulla si è potuto affermare con certezza finché,<br />
in tempi più recenti “una circostanza fortunata ha consentito <strong>di</strong> portare alla luce alcune<br />
preziose pergamene sulla fondazione <strong>di</strong> Rimella provenienti dall’Archivio del Capitolo<br />
<strong>di</strong> S Giulio, documenti che fanno <strong>di</strong> Rimella la più documentata fra le colonie walser” 16 .<br />
ABosco Gurin è stato scoperto recentemente un documento <strong>di</strong> qualche anno più antico,<br />
ma questo nulla toglie al fatto che oggi siamo in grado <strong>di</strong> far risalire con certezza la fondazione<br />
<strong>di</strong> Rimella al 1255, certamente una delle date più antiche degli inse<strong>di</strong>amenti<br />
walser nell’area Cisalpina avvenuti probabilmente attraverso un processo <strong>di</strong> piccole migrazioni<br />
su una delle quali, quella che ha portato i Walser a Rimella, getta luce una delle<br />
pergamene <strong>di</strong> cui sopra.<br />
Il documento, rogato a S. Giulio d’Orta e datato 11 novembre 1256, è l’atto con cui tre uomini,<br />
già inse<strong>di</strong>atisi in quelle terre l’anno precedente nell’alpe Rimella e in due parti del-<br />
16 E. Rizzi, Storia dei Walser, Fondazione Monti, 1992, p.63<br />
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