Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna
Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna
Isole di cultura.pdf - Centro Documentazione Luserna
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Roncaccio (a.1484 perg.n.12); la località Reorte in Castello (a.1517, perg.n.20); Grondo<br />
(a.1537, perg.n.32a). In ogni caso l’ubicazione dei beni fatti oggetto <strong>di</strong> contrattazione (…)<br />
risulta sempre preceduta dalla formula in territorio Rimelle, da considerare ambito <strong>di</strong> attuazione<br />
del <strong>di</strong>ritto consuetu<strong>di</strong>nario comunale.<br />
Rilevato che, nella documentazione esaminata la località più frequentemente ricordata è<br />
Scarampoglio (toponimo che ricorre in almeno 12 carte) e che dall’insieme degli atti notarili<br />
esaminati si ricava “uno spaccato della vita comunitaria rimellese nelle sue espressioni<br />
in<strong>di</strong>viduali e sociali e nelle sue forme materiali”, il prof. Vasina A. ci offre un’ulteriore<br />
messe <strong>di</strong> dati che l’economia del presente lavoro non ci consente <strong>di</strong> riprodurre e per<br />
la quale riman<strong>di</strong>amo alla lettura <strong>di</strong>retta dell’articolo stesso, citiamo però la conclusione<br />
in cui si <strong>di</strong>ce che “da più segni sembra legittimo affermare che Rimella, pur conservando<br />
alcuni dei primitivi caratteri germanici, nel ‘400, ‘500 fece notevoli passi avanti nel processo<br />
<strong>di</strong> ambientamento nel mondo valsesiano.<br />
In questo senso, fra l’altro sembrerebbero deporre da un lato la minore pregnanza walseriana<br />
degli antroponimi rimellesi, dall’altro una significativa presenza <strong>di</strong> toponimi locali<br />
<strong>di</strong> origine germanica”.<br />
Nel libro <strong>di</strong> Bauen 175 sono attestate, come dati certi e in<strong>di</strong>cazioni atten<strong>di</strong>bili, la costruzione<br />
(1518) e la consacrazione della Chiesa a Parrocchiale (a.1528), segno della crescita<br />
<strong>di</strong> importanza della Chiesa “in villa Ecclesie ” (cfr. A. Vasina, art. cit.), ma ci vengono<br />
anche offerti dati sul problema della sepoltura dei morti <strong>di</strong> Campello che dovevano essere<br />
trasportati a pie<strong>di</strong>, per un pericoloso sentiero, attraverso la Colma ( Strönerfurku ,<br />
2000 m. <strong>di</strong> altezza ca.), per essere seppelliti nella Chiesa <strong>di</strong> appartenenza, cioè Rimella.<br />
Tale problema era grave perché i campellesi morti nella stagione invernale dovevano<br />
essere congelati nella neve nel lato nord della Strönerfurku per poter essere seppelliti a<br />
Rimella solo dopo le scioglimento della neve stessa. Viene risolto, ma solo nel 1551,<br />
con la consacrazione del nuovo cimitero <strong>di</strong> Kampel (Campello), per cui, ci informa<br />
Bauen, il 21 aprile della stesso anno viene utilizzato per l’ultima volta il “Töturaschte”<br />
detto “Obrun Balme”. Dalla stessa fonte veniamo a sapere che l’11 settembre del<br />
1597 infine , Campello viene separato dalla Parrocchia <strong>di</strong> Rimella ed annesso a quella<br />
<strong>di</strong> Forno (Valstrona). Campello <strong>di</strong>venterà Comune in<strong>di</strong>pendente da Rimella solo nel<br />
1814.<br />
Le notizie finora citate sulla Rimella del Quattro-Cinquecento, alcune delle quali confermate<br />
da recenti ricerche negli archivi Diocesano <strong>di</strong> Novara e civico <strong>di</strong> Varallo, contribuiscono<br />
a creare l’immagine <strong>di</strong> una comunità viva che, nonostante l’asperità del paesaggio,<br />
la durezza <strong>di</strong> un lavoro faticoso quando non pericoloso, gli ostacoli posti da una economia<br />
agro-pastorale e da con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita spesso ai limiti della sopravvivenza, ha saputo,<br />
con l’intelligenza, il coraggio, la tenacia e la <strong>di</strong>sponibilità al sacrificio alimentata da<br />
uno spirito religioso profondamente sentito <strong>di</strong> tutti i suoi membri, creare una <strong>cultura</strong> ricca<br />
ed originale testimoniata ancora oggi dal numero, soli<strong>di</strong>tà e bellezza degli e<strong>di</strong>fici sacri,<br />
in primo luogo la Chiesa Parrocchiale 176 , dalle case ad uso <strong>di</strong> abitazione come casa Robbo<br />
175 Marco Bauen, op. cit. traduz. it. pag. 397.<br />
176 Silvia Pizzetta “La Cappella-Ossario <strong>di</strong> Rimella”, Remmalju 1994, pag. 5. “La casa a Rimella”, Remmalju<br />
1996, pag.13.<br />
133